Semmai ce ne fosse stato bisogno, la convincente vittoria del Penzo contro il Venezia, ha messo in luce una delle peculiarità che potranno rendere questo Palermo forte nelle gambe e nella testa. I rosanero, infatti, possono fregiarsi di avere non uno, ma ben due capitàni in campo.
Uno con i “gradi”, Matteo Brunori, con indosso quella fascia simbolo di chi è destinato a stare sempre sulla copertina e a mettere la faccia anche quando le cose non girano per il verso giusto; un altro è Fabio Lucioni, che non ha bisogno di alcun ammennicolo sul braccio per sfoderare il suo carisma e la sua leadership. Calciatore che a trentasei anni appena compiuti non ha perso né la voglia di vincere né quella di lottare fin quando il fischio finale non sancisce il termine della contesa.
Ieri l’attaccante rosanero ha praticamente “scippato” al difensore ex Frosinone un gol praticamente fatto. Lo “Zio”, così come affettuosamente è stato ribattezzato Lucioni, gliel’ha pure rinfacciato durante l’esultanza, ma con la gioia negli occhi, quella gioia di chi se ne sta beatamente fregando del successo del singolo anteponendo il bene della squadra a tutto il resto.
A suggellare la serata veneziana, non poteva che essere un’immagine congiunta dei due capitani. Un’immagine nella quale Brunori, con il pallone sotto braccio simbolo della tripletta realizzata, chiama a sé Lucioni un po’ come a dirgli “Guarda che un pezzetto di questo pallone è anche tuo”.
Arriveranno giornate storte, sicuramente non sempre saranno prestazioni al miele, ma fin quando i calciatori del Palermo avranno questo spirito, accompagnarli nel corso della stagione sarà un dovere per chi ama i colori rosanero.