“L’Arte che unisce” è il titolo della mostra in corso nella prestigiosa cornice di Villa Niscemi, a Palermo.
L’evento culturale è stato fortemente organizzato e voluto dall’artista Annita Borino, tra le più interessanti pittrici del panorama siciliano contemporaneo, con il supporto del circolo “Vivi Pallavicino” e dell’ente di formazione “UniGalileo” ETS.
Tratto distintivo della collettiva, è la partecipazione – per la prima volta – di artisti sia normodotati che sordi, ma anche di giovani talenti delle periferie quali Gabriele Di Gregorio.
Nella sala intitolata a Nicola Scafidi, espongono le loro opere gli artisti Annita Borino, Aurelia Canè, Anna Tumminello, Gabriele Di Gregorio, Giammaria Landini, Giuseppe Misuraca, Massimo Campanella, Mauro Pecoraro, Nicoletta Militello, Rosalba Borino, Roberto Failla, Ketty Tamburello e Giovanni Arcara.
Nomi che, seppure nelle differenze stilistiche e contenutistiche, sono accomunati dalla sensibilità, dalla creatività e dal talento.
LA PRESENZA DELLE ISTITUZIONI
Il vernissage ha visto la partecipazione di esponenti dell’amministrazione municipale: gli assessori Alessandro Anello e Giuliano Forzinetti, rispettivamente titolari dello Sport e delle Attività produttive, e i consiglieri Sabrina Figuccia, Domenico Bonanno e Salvo Imperiale, presidente della quarta Commissione Consiliare per le Attività sociali del Comune di Palermo, che ha concesso agli artisti lo spazio espositivo: non solo per la collettiva, ma anche per il laboratorio inclusivo rivolto ai bambini e ai ragazzi diversamente abili.
A conferma dell’inclusività dell’iniziativa, anche la possibilità, rivolta ai soggetti con ridotta capacità uditiva, di intervenire alla cerimonia di inaugurazione e applaudire il loro amico pittore Giammaria Landini, partecipando attivamente ai saluti e agli interventi grazie al sistema di video comunicazione Elisir, messo a disposizione dalla società omonima attraverso un link di collegamento con gli interpreti lis che hanno tradotto simultaneamente ogni parola in segni, e contemporaneamente tradotto i segni dei non udenti al pubblico.
Un momento particolarmente toccante, come il taglio del nastro.




