lunedì, 8 Settembre 2025
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Era un eden raffinato e silenzioso, poi l'abbandono e l'aeroporto cittadino

Palermo e l’altra Favorita dimenticata: una riserva reale ai piedi di Monte Caputo

A Palermo tutti conoscono il Parco della Favorita, grande polmone verde della città voluto da Ferdinando III di Borbone. Ma pochi sanno che, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, esisteva un altro parco altrettanto suggestivo, concepito non da un re ma da un principe: Francesco di Borbone, erede al trono.

Tra giardini, sentieri e fontane

Questa seconda Favorita – racconta Palermo Rewind sulla pagina facebook – si estendeva alle falde di Monte Caputo, in una zona che oggi appare urbanizzata e caotica, ma che un tempo era un eden raffinato e silenzioso. Il principe volle creare un luogo capace di competere in bellezza con quello paterno: giardini lussureggianti, orti botanici, sentieri alberati, fontane e grotte esotiche disegnavano un paesaggio da sogno, reso fertile dalle acque delle sorgenti del Gabriele. Le ville nobiliari punteggiavano il territorio e l’ingresso monumentale non era sorvegliato da leoni in pietra, come alla Favorita del Re, bensì da due enigmatiche sfingi che ancora oggi vegliano su corso Calatafimi, testimoni silenziose di quel fasto perduto.

L’ingresso

Un microcosmo

Tra le architetture di maggior rilievo vi erano la torre della Milinciana, ristrutturata nei primi decenni dell’Ottocento in stile neogotico e oggi ridotta a rudere, e la vaccheria, che costituiva il cuore produttivo della riserva. Passeggiare in quei luoghi significava immergersi in un paesaggio sospeso tra natura e artificio, un microcosmo dove l’immaginazione poteva viaggiare senza confini.

L’abbandono e la costruzione dell’aeroporto di Boccadifalco

Ma il sogno ebbe vita breve. Con il ritorno della corte a Napoli, il parco fu progressivamente abbandonato. La crescita disordinata della città, le destinazioni militari e le nuove esigenze della modernità cancellarono gran parte di quella meraviglia. Il colpo di grazia arrivò nel 1932, quando proprio nell’area di Boccadifalco fu realizzato il primo aeroporto della città: nel cuore di quella che era stata una riserva reale, dove un tempo volavano i falchi, iniziarono a decollare gli aerei.

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