La formazione professionale siciliana rischia di fermarsi proprio alla vigilia della ripartenza dei corsi autunnali. Prima le associazioni datoriali hanno denunciato il blocco dei pagamenti da parte della Regione, mettendo in guardia sul rischio paralisi del sistema. Ora i sindacati lanciano l’allarme sulle scadenze imposte ad agosto, che potrebbero costringere i lavoratori a rinunciare alle ferie, diritto costituzionale e contrattuale.
Fondi bloccati: il primo campanello d’allarme delle associazioni
Nei giorni scorsi CENFOP Sicilia, ANFOP Sicilia, FORMA Sicilia, FORMA.RE e Federterziario hanno inviato una nota al presidente della Regione Renato Schifani, all’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e all’assessore alla Formazione Mimmo Turano per chiedere lo sblocco immediato dei pagamenti arretrati.
Le somme, relative ad avvisi già conclusi e rendicontati (2/2018, 3/2022‑PAR GOL, 6/2022 e FSE+ 2021‑27), restano ferme a causa del ritardo nel riaccertamento dei residui, nonostante la legge di stabilità sia stata approvata da oltre sei mesi.
Le associazioni hanno avvertito: senza liquidità gli enti non riescono a pagare stipendi e fornitori, a pianificare attività né a garantire la prosecuzione dei corsi, con il rischio concreto di perdere persino le risorse comunitarie già assegnate.
Scadenze estive: la denuncia dei sindacati sul diritto alle ferie
A rendere il quadro ancora più critico, è arrivata ieri la nota delle organizzazioni sindacali FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS Sicilia che chiedono di prorogare dal 8 al 30 settembre la scadenza della Fase 2 dell’Avviso 7/2025. Motivi? «Impossibile reperire utenti e docenti ad agosto — scrivono — e inaccettabile negare ai lavoratori il diritto alle ferie previsto dall’articolo 36 della Costituzione e dal CCNL del settore».
Le sigle avvertono: obbligare i dipendenti a lavorare ad agosto per rispettare scadenze irrealistiche espone gli enti anche al rischio di danno erariale, in quanto le ferie monetizzate non sono rendicontabili nei progetti.
Inoltre, la platea dei potenziali utenti in piena estate è di fatto inaccessibile: uffici chiusi, docenti irreperibili, studenti e disoccupati difficili da raggiungere.
Un sistema allo stremo
Il sistema della formazione, già in difficoltà per la mancanza di fondi, rischia quindi di bloccarsi del tutto tra luglio e settembre. Le associazioni datoriali parlano di «grave inadempienza amministrativa» della Regione sui pagamenti, i sindacati di «violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori» sulle ferie estive.
Su un punto sono tutti d’accordo: servono scelte immediate, coordinate e ragionevoli. E serve buon senso, perché gestire corsi e iscrizioni ad agosto è già un’impresa in condizioni normali; farlo senza soldi e con i dipendenti costretti a rinunciare alle ferie diventa semplicemente impossibile.