sabato, 5 Luglio 2025
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Nel 2018 morirono 9 persone tra cui 4 bambini

Strage di Casteldaccia, esondazione del Milicia: in appello pene ridotte

La giustizia ha rivisto le sue decisioni sulla prima strage di Casteldaccia. Il 3 novembre 2018 nove persone, tra cui due bambini, morirono travolte da un’ondata di piena all’interno di una villetta di campagna. Un’alluvione improvvisa, un corso d’acqua esondato, una casa costruita in zona a rischio. Sei anni dopo, la seconda sezione della Corte d’appello di Palermo ha riformato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Termini Imerese: pene ridotte per due imputati e un’assoluzione piena per la terza.

Il sindaco dell’epoca, Giovanni Di Giacinto, ha ottenuto una riduzione della pena da tre a due anni, con sospensione condizionale. Ridotta anche la condanna del proprietario della villetta abusiva, Antonio Pace: un anno e dieci mesi, contro i tre anni inflitti in primo grado. A uscire completamente assolta è invece l’architetto Maria De Nembo, all’epoca responsabile della Protezione civile comunale. Per lei, secondo i giudici d’appello presieduti da Gabriella Di Marco, “il fatto non sussiste”. Era stata condannata a tre anni in primo grado, ma la Corte ha accolto le argomentazioni del suo difensore, l’avvocato Pasquale Contorno, secondo cui non vi erano elementi concreti di responsabilità.

Una ferita ancora aperta

Le vittime si trovavano nella villetta per un pranzo in famiglia, quando vennero travolte da un’ondata di fango alta quasi due metri. La casa era stata costruita a pochi metri dall’argine del torrente Milicia, in una zona classificata come ad alto rischio idrogeologico. La costruzione era abusiva e una sentenza del Tribunale del 2010 imponeva di demolirla.

Il processo di primo grado aveva cercato di accertare le responsabilità pubbliche e private. Si parlò di mancati controlli, di inerzia amministrativa, di costruzioni abusive tollerate per decenni. Oggi, la giustizia ha stabilito che alcuni errori ci furono, ma ha anche escluso colpe individuali in almeno uno dei tre casi principali.

Nella villetta presa in affitto, Giuseppe Giordano e la sua famiglia si riunivano lì per le festività e per i weekend. Il 3 novembre 2018 la tragedia in cui persero la vita Francesco Rughoo, Monia Giordano, Antonio Giordano, Marco Giordano, Federico Giordano, Rachele Giordano, Nunzia Flamia, Matilde Comito e Stefania Catanzaro. I familiari delle vittime si sono costituiti parte civile.

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