Un’aula del tribunale di Palermo è teatro di un delicato processo che vede sul banco degli imputati un docente, accusato di aver abusato della sua posizione per irretire una studentessa di 16 anni e indurla ad assecondare i suoi desideri sessuali.
La vicenda, emersa grazie all’insistenza dei genitori della minorenne ha fatto venire fuori una presunta relazione morbosa fatta di appuntamenti, regali e atti sessuali.
Il processo, che si sta svolgendo davanti alla quinta sezione del Tribunale di Palermo presieduta da Vittorio Alcamo, vede la ragazza e i suoi genitori costituiti parte civile. Al centro dell’indagine condotta dal pubblico ministero Maria Rosaria Perricone, vi è un rapporto che, da confidenziale tra professore e alunna, sarebbe sfociato pian piano in manipolazione e sfruttamento.
A scoprire la relazione la madre della 16enne che ha trovato foto compromettenti nel cellulare della figlia. Poi sono spuntate lettere d’amore e piccoli regali, indizi che, secondo l’accusa, disegnano il quadro di una relazione tossica.