La fotografia, pubblicata poche ore dopo sui social, è ormai diventata la chiave di volta dell’inchiesta sulla strage di Monreale. Un’immagine nitida, condivisa tra Facebook e TikTok, che immortala sette giovani con giubbotti, magliette e scarpe perfettamente compatibili con quelli visti nei video acquisiti dagli investigatori. Tre di loro si trovano già dietro le sbarre, quattro sono stati riconosciuti e identificati grazie a quell’istantanea, ed è scattata una vera e propria caccia all’uomo.
Nel mirino ci sono l’autrice dello scatto, a quanto pare una ragazza, e un altro uomo con barba folta e nera. La loro presenza sulla scena della sparatoria resta ancora da verificare. Gli inquirenti, infatti, stanno cercando di capire se i testimoni siano stati vittime di suggestione o se davvero tra il caos e il panico abbiano notato quelle tre figure ancora senza nome.
Intanto, la dinamica del massacro sembra ormai definita con chiarezza. A sparare sulla folla sarebbero stati Salvatore Calvaruso e Mattia Conti, mentre Samuel Acquisto – già noto alle forze dell’ordine – era alla guida della Bmw nera che ha fatto più volte il giro del luogo della strage. Sarebbe stato proprio lui, secondo le ricostruzioni, a incitare i complici a premere il grilletto gridando: «I supra, sparaci in capu».
Un’azione che – secondo chi indaga – non sarebbe stata frutto dell’improvvisazione, ma il risultato di un piano preciso, forse persino orchestrato per lanciare un messaggio nel sottobosco della criminalità locale. Le indagini proseguono senza sosta. Gli investigatori contano di risalire ai tre mancanti attraverso testimonianze incrociate, analisi dei dispositivi elettronici e ulteriori video provenienti da telecamere di sorveglianza, pubbliche e private.