Si è spento oggi a Palermo, all’età di 93 anni, Aristide Gunnella, storico esponente del Partito Repubblicano Italiano (PRI) e figura di rilievo nella politica siciliana e nazionale per oltre due decenni. Nato a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, Gunnella iniziò il suo percorso politico nel PRI sotto la guida di Ugo La Malfa, venendo eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati il 5 giugno 1968. La sua carriera parlamentare si estese per sei legislature consecutive, fino al 1992, segnando un’epoca in cui il PRI giocava un ruolo cruciale nell’equilibrio politico italiano.
Gunnella fu leader del PRI in Sicilia per oltre 20 anni, incarnando il volto del partito sull’isola. La sua attività politica lo portò a ricoprire ruoli di rilievo anche a livello nazionale. Fu ministro per gli Affari Regionali nel governo di Giovanni Goria (1987-1988) e sottosegretario in diverse occasioni: al Ministero delle Partecipazioni Statali nei governi Moro IV e Andreotti V, e al Ministero degli Affari Esteri nei governi Cossiga II e Forlani.
La sua azione politica si intrecciò con momenti cruciali della storia italiana, segnando un periodo di grande trasformazione economica e politica. Gunnella lavorò per il rafforzamento dell’autonomia regionale, tema centrale della sua esperienza al ministero, e per lo sviluppo economico-industriale del Mezzogiorno.
L’ombra delle inchieste giudiziarie
Tuttavia, la sua carriera non fu immune da controversie. Il 20 luglio 1993, Gunnella venne arrestato con l’accusa di corruzione nell’ambito di un’inchiesta sulla presunta maxi-tangente legata all’appalto per la costruzione della diga Ancipa. Il caso fece molto scalpore, gettando ombre sulla gestione degli appalti pubblici in Sicilia. Successivamente, l’accusa fu dichiarata prescritta dalla Corte di Cassazione, lasciando un’interpretazione ambigua su quanto accaduto.
La scomparsa di Aristide Gunnella chiude un capitolo significativo della storia politica siciliana. Figura carismatica e spesso divisiva, Gunnella rappresentò il volto di un PRI che, pur con una presenza minoritaria nel panorama nazionale, esercitò un’influenza determinante in molte scelte politiche.