Un caso al cimitero di Villabate che ricorda quello dei Rotoli di qualche anno fa. Tra dolore e polemiche la realtà è di 220 bare ancora senza degna sepoltura. Centinaia di salme stipate in un angolo in attesa di tumulazione. Un numero che, in proporzione agli abitanti del comune – appena 19 mila – rende la situazione drammatica.
Il sindaco del comune palermitano Gaetano Di Chiara, intanto, ha firmato un’ordinanza che dispone la chiusura del camposanto fino al completamento dei lavori di ampliamento. Una scelta motivata dall’emergenza igienico-sanitaria: con il caldo estivo, infatti, dalle bare stanno fuoriuscendo liquidi e i cattivi odori hanno reso insostenibile la situazione. Lo stesso primo cittadino segnala l’impossibilità di garantire la salubrità dell’area e dell’aria, sia per i dipendenti comunali che per i visitatori, e sottolinea il rischio per la salute pubblica legato ai miasmi cadaverici e ai fenomeni percolativi. L’accesso rimane consentito soltanto al personale addetto e agli operatori incaricati delle tumulazioni, che devono indossare dispositivi di protezione individuale.
Il provvedimento ha lasciato amarezza e frustrazione tra i cittadini. «Non è stata una decisione presa a cuor leggero – ha spiegato il sindaco Di Chiara – ma inevitabile. Se il Consiglio avesse approvato il piano triennale delle opere pubbliche, non saremmo arrivati a questa scelta dolorosa».
La vicenda è stata preceduta da un sopralluogo del comandante della polizia municipale, Giuseppe Tuzzolino, che ha certificato la gravità dell’emergenza. Intanto il sindaco ha annunciato che la prossima settimana incontrerà il presidente della Regione, Renato Schifani, per cercare soluzioni rapide e definitive. Già in passato, durante la sindacatura di Vincenzo Oliveri, si era ipotizzato un project financing per ampliare il cimitero, ma il progetto non si concretizzò. Nel frattempo, il numero delle bare in attesa di tumulazione è cresciuto fino ai livelli attuali.
Sul piano politico non mancano le polemiche. «Il sindaco ha creato un grave disagio alla cittadinanza – ha replicato il coordinatore cittadino della Democrazia Cristiana, Valerio Pietraperzia – e il rinvio del piano triennale in Consiglio non c’entra. Vogliamo riaprire il cimitero, ma con le necessarie garanzie igienico-sanitarie».