L’aeroporto di Palermo, uno dei principali hub della Sicilia, non può più permettersi di essere vulnerabile a eventi atmosferici come un semplice temporale. Quanto accaduto ieri, con un blackout che ha causato il blocco di voli in partenza e in arrivo, solleva interrogativi su quanto le nostre infrastrutture siano preparate ad affrontare fenomeni metereologici estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Nello specifico, qualcuno dovrà spiegare come sia possibile che l’aeroporto Falcone – Borsellino di Palermo, che in questi ultimi anni ha subito importanti modifiche, con tanti soldi pubblici spesi, non riesca a fronteggiare un forte temporale.
È inaccettabile che una struttura di questa importanza si possa fermare, facendo collassare l’intero trasporto aereo del capoluogo siciliano, per un evento pressoché normale e non una catastrofe naturale.
I passeggeri rimasti bloccati hanno subito disagi enormi, tra ore di attesa e voli cancellati, con conseguenti ripercussioni su vacanze, appuntamenti di lavoro e altre esigenze personali. Al senso di frustrazione, all’impotenza di chi è stato vittima ieri di disagi a Palermo a causa di tale inefficienza, si vanno ad aggiungere danni economici e di immagine che non vanno sottovalutati. Video, foto e commenti stanno facendo in queste ore il giro dei social, con un aeroporto totalmente al buio, con gente che cammina in mezzo alle pozzanghere all’interno dei terminal facendosi luce con le torce dei telefoni cellulari, con bimbi trasportati fuori in braccio, con locali invasi da acqua e fango, con acqua che sgorga dai bagni e dai pavimenti. Un’atmosfera spettrale, una scena che non può essere tollerata, in un aeroporto che si definisce scalo “internazionale”, che dovrebbe essere punto di riferimento del trasporto aereo della Sicilia occidentale.
Per evitare che ogni temporale diventi una crisi, serve un intervento netto e risolutivo che coinvolga i vertici della Gesap e il governo regionale. La questione va oltre la gestione emergenziale. Serve una riflessione più ampia sulla capacità delle nostre infrastrutture di adattarsi alle nuove sfide poste dal cambiamento climatico. Gli aeroporti, in particolare quelli di zone ad alto rischio meteorologico, devono essere attrezzati per resistere a eventi imprevisti. Purtroppo sembra servano nuovi investimenti, anche se non si capisce se qualcuno finora abbia speso male i soldi o se non abbia avuto la giusta visione, visti i lavori realizzati. In entrambi i casi bisognerà che questo qualcuno si assuma le sue responsabilità, dando una spiegazione sensata su ciò che è accaduto o che si metta da parte.