venerdì, 5 Settembre 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Analizzati 9 studi clinici che hanno coinvolto 6.425 pazienti

Tumore al fegato, dalla ricerca di Palermo la terapia che cambia la cura

Individuare l’opzione terapeutica migliore per garantire la buona qualità di vita e la sopravvivenza nei pazienti affetti da epatocarcinoma, il tumore più frequente del fegato, caratterizzato da un’estrema aggressività e da una progressione rapida e inizialmente silenziosa.

È stato questo l’obiettivo di un importante studio, pubblicato su JAMA Oncology, una delle riviste più prestigiose nel campo dell’oncologia a livello mondiale, coordinato dai Professori Ciro Celsa, Giuseppe Cabibbo e Calogero Cammà del Policlinico di Palermo, e dal Prof. David Pinato dell’Imperial College di Londra.

Questo lavoro rappresenta un cambio di paradigma nel modo di valutare i trattamenti oncologici. Come spiegano i tre autori dell’Ateneo di Palermo, “Ciò che rende questo studio innovativo è l’approccio utilizzato. Mentre tradizionalmente gli studi oncologici si concentrano principalmente sulla sopravvivenza dei pazienti, questo team ha deciso di guardare oltre, integrando un elemento fondamentale ma spesso trascurato: la qualità di vita dei pazienti durante il trattamento”.

I ricercatori hanno analizzato sistematicamente 9 studi clinici che hanno coinvolto 6.425 pazienti, confrontando diverse terapie disponibili per il trattamento dell’epatocarcinoma avanzato, con l’obiettivo di capire quale trattamento offrisse il miglior equilibrio tra prolungamento della vita e mantenimento di una buona qualità di vita.

“I risultati dello studio sono stati chiari e incoraggianti- continuano i professori Celsa, Cabibbo e Cammà -. La combinazione di due farmaci immunoterapici – atezolizumab e bevacizumab – si è dimostrata superiore a tutti gli altri trattamenti analizzati. Questa terapia combinata ha mostrato le migliori performance in diversi aspetti cruciali riportati dai pazienti. Ma l’aspetto più significativo emerso dalla ricerca è che questa combinazione terapeutica non solo preserva meglio la qualità di vita, ma allo stesso tempo offre anche i migliori risultati in termini di sopravvivenza globale”.

I ricercatori hanno dimostrato che è possibile e necessario considerare simultaneamente l’efficacia del trattamento e il suo impatto sulla vita quotidiana dei pazienti.

Non si tratta più solo di prolungare la vita a ogni costo, ma di farlo preservando la dignità e il benessere del paziente. Per chi affronta una diagnosi di epatocarcinoma avanzato, sapere che esiste un trattamento che può offrire sia più tempo sia una migliore qualità di vita rappresenta una speranza concreta.

Maria Grazia Furnari – Direttrice Generale del Policlinico

La Direttrice Generale dell’AOUP, Maria Grazia Furnari, commenta: “La competenza e l’impegno dei nostri epatologi sono evidenti nei risultati ottenuti, che non solo riflettono l’eccellenza della ricerca scientifica, ma pongono anche la nostra struttura all’avanguardia nel panorama medico. Questo studio promette di influenzare profondamente le pratiche cliniche, fornendo strumenti e conoscenze fondamentali per migliorare le terapie future. È per me motivo di orgoglio vedere i risultati del lavoro e della passione del nostro personale riconosciuti a livello internazionale. Continueremo a investire nella ricerca e nell’innovazione, con l’obiettivo di migliorare costantemente l’assistenza sanitaria che forniamo”.

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