giovedì, 26 Giugno 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

I lavori sono stati avviati e mai completati

Truffa da oltre 1,2 milioni sui Bonus facciate allo Zen: sequestrati beni a imprenditore edile

Una maxi-truffa ai danni dello Stato, orchestrata sfruttando i “Bonus Facciate“, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Palermo, che ha eseguito un sequestro preventivo per equivalente pari a 1.208.967 euro. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha colpito un imprenditore operante nel settore edile e la sua impresa, accusati di truffa aggravata e indebite compensazioni fiscali.

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Partinico, hanno preso avvio da alcune anomalie tributarie riscontrate nel corso di una verifica fiscale. Al centro dell’inchiesta, una serie di interventi edilizi teoricamente realizzati su almeno cinque condomini nel quartiere Zen di Palermo.

Secondo quanto emerso, i lavori di ristrutturazione – che dovevano beneficiare della detrazione fiscale del 90% prevista dal Bonus Facciate – sono stati in realtà solo formalmente avviati e mai completati. In alcuni casi, gli interventi sono stati sospesi dopo brevi attività iniziali; in altri, non sarebbero mai stati portati a termine del tutto.

Determinante si è rivelata la collaborazione dei rappresentanti dei condomini coinvolti, che hanno sporto denuncia per la mancata esecuzione degli interventi, denunciando la condotta dell’imprenditore che aveva promesso lavori di riqualificazione mai realmente effettuati.

Attraverso l’acquisizione e l’analisi di documentazione proveniente da uffici pubblici, istituti bancari e soggetti privati, i finanzieri hanno ricostruito il presunto schema fraudolento: l’imprenditore, dopo aver prodotto la documentazione necessaria a dimostrare l’avvenuta esecuzione dei lavori, avrebbe generato crediti d’imposta fittizi, poi in parte ceduti a soggetti terzi in buona fede. L’altra parte dei crediti, invece, sarebbe stata utilizzata direttamente dall’impresa per compensare debiti fiscali tramite la falsificazione dei modelli di pagamento.

Il sequestro disposto ha colpito i crediti fiscali ancora presenti nel cassetto fiscale dell’impresa, per evitare che venissero ulteriormente ceduti o utilizzati in compensazione, arrecando nuovi danni all’Erario. Contestualmente, sono stati sequestrati beni mobili registrati, quote societarie e disponibilità finanziarie riconducibili sia all’impresa che al suo legale rappresentante.

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