Si accende lo scontro politico a Termini Imerese, dove mercoledì 30 luglio alle 20:30 sarà discussa in consiglio comunale la mozione di sfiducia contro la sindaca Maria Terranova, eletta nel 2020 con il Movimento 5 Stelle. Un atto politico che arriva a dieci mesi dalla fine del mandato e che la prima cittadina definisce “ingiusto e profondamente ignobile”.
“A dieci mesi dalla fine del mio mandato – ha dichiarato Terranova – l’opposizione ha depositato una mozione di sfiducia nei miei confronti che sarà discussa mercoledì 30 luglio, alle 20:30. Un atto che considero ingiusto e profondamente ignobile. Nella storia di Termini Imerese, nessun sindaco, nemmeno chi, travolto da inchieste giudiziarie, ha lasciato macerie dietro di sé, ha subito un attacco simile”.
La sindaca respinge con forza l’accusa di non avere una maggioranza: “Di cosa mi si accusa?! Ufficialmente, di non avere una maggioranza. Un’accusa infondata: già nel 2020 sono stata eletta con appena 5 consiglieri su 16. Eppure, abbiamo governato in tutti questi anni. Non con la forza dei numeri, ma con serietà, presenza quotidiana e senso del dovere. Mai un’ombra, mai un’indagine”.
Terranova rivendica i risultati raggiunti in un contesto finanziario critico: “Quando abbiamo iniziato, Termini era in ginocchio: debiti pesantissimi, servizi azzerati, famiglie lasciate sole. Oggi, dopo quattro anni di lavoro costante, siamo usciti dal deficit senza aumentare di un solo euro le tasse locali. Abbiamo progettato il rilancio, trovato risorse, avviato lavori pubblici per oltre 75 milioni di euro. Abbiamo ricostruito da zero le politiche sociali attivando servizi rimasti fermi per oltre dieci anni. Abbiamo investito sull’infanzia e sostenuto le famiglie con interventi per oltre 800 mila euro”.
Ma i consiglieri che hanno presentato la mozione di sfiducia non la pensano così e in un comunicato parlano di incapacità politica a governare la città: «A giorni verrà discussa la nostra mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Terranova. Non l’abbiamo presentata “a cuor leggero”. È da gennaio che il sindaco, dopo aver distrutto la propria maggioranza, si ostina a stare aggrappata alla propria poltrona, fingendo di non vedere che la sua nave affonda. La città merita rispetto; non può essere governata con 4 consiglieri su 16».
I firmatari della mozione indicano come segnali di crisi politica la recente bocciatura del Documento Unico di Programmazione e l’intervento dell’assessorato regionale: «La recente bocciatura del DUP, ossia del programma di questa amministrazione, è significativa, come pure la nomina di un commissario ad acta, da parte dell’assessore regionale, per il DUP; tutto, dal sindaco ignorato, come se nulla fosse. Fingere che la questione non esista, è posizione da noi non condivisa. La città non merita un “tirare a campare”. La città va amministrata, le opere pubbliche, frutto dei finanziamenti del centrodestra, completate e non paralizzate. La città è dei termitani, non una sorta di feudo della Terranova».
I consiglieri firmatari chiedono un cambio di rotta immediato: «Abbiamo atteso invano per mesi, un gesto di responsabilità politica, quali le dimissioni. Tutto ciò ci ha indotti a presentare la sfiducia. Ci appelliamo a tutte le forze politiche, che vogliono un futuro per la nostra città, alternativo alla Terranova, affinché votino la sfiducia. Ridiamo la parola ai cittadini. Scelgano loro, il futuro di Termini Imerese».
La sindaca, però, non sembra intenzionata a fare passi indietro: “Chi ha bloccato Termini Imerese non siamo certo noi. E oggi, non saranno i giochi di palazzo a decidere il nostro destino. Saranno i Termitani, con il loro voto, alla fine del mandato. Ed è a voi che mi rivolgo. Solo insieme possiamo cambiare il finale di questa storia. Impediamo ai ‘Patanè’ di turno di fermare il cambiamento. Continuate a restare al mio fianco e credere in questa Città”.