Svincolo killer in viale Regione: “Ho rivissuto la morte di Agostino. Sindaco, non si vergogna?”

La lettera al sindaco di Palermo, scritta dalla mamma di Agostino Cardovino, investito in viale Regione nel 2020 mentre attraversava la strada

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Rossella Morici è la mamma di Agostino Cardovino, un 17enne che nel 2020 fu investito in viale Regione Siciliana mentre attraversava la strada per tornare a casa in prossimità di via Perpignano. Da quel giorno, lei e suo marito si battono per far sì che quell’attraversamento che ha portato via il loro figlio possa essere messo in sicurezza. Un tentativo finora fallito, sia con l’amministrazione Orlando sia con l’amministrazione Lagalla, nonostante le tante promesse ricevute.

Ieri l’ennesima tragedia, la quindicesima vittima di quel maledetto attraversamento. A perdere la vita, colpito prima sul marciapiede da una Smart impazzita e poi in strada da una Fiat 500 X che procedeva in senso contrario, Antonino Cangemi, 66 anni. Una morte che ha riportato alla luce vecchi temi e le paure degli abitanti della zona, che ogni giorno sono costrette ad attraversare quella strada.

Rossella Morici, la madre di Agostino, ha rivissuto il suo incubo. Quell’uomo a terra, il sangue, le ambulanze, il dolore dei familiari: scene che l’hanno scossa e che hanno ispirato una lettera, affidata a QdP, l’ennesima denuncia, l’ennesimo appello, nei confronti dell’istituzione comunale.

La lettera

Egregio Sindaco Prof. Roberto Lagalla,
Le scrivo con l’amarezza, il dolore e la rabbia che solo una madre che ha perso un figlio può avere. Come Lei certamente saprà, (anche se in realtà non sono così certa che Lei sappia), l’attraversamento pedonale all’altezza di via Perpignano, ha mietuto la QUATTORDICESIMA VITTIMA!
Adesso vorrei, cercando di mantenere un decoro ed una calma, ovviamente apparente, parlare con Lei pubblicamente, attraverso questa mia lettera, per esprimere ciò che penso rispetto all’accaduto e rispetto a Lei, PRIMO CITTADINO di questa città sempre più allo sbando.
Sono delusa da Lei dal suo operato, dal suo comportamento, dal suo aver dimostrato che ancora una volta, su quella poltrona, sta seduto un uomo che scende in Piazza a misurare la lunghezza del cannolo siciliano per il guinness dei primati, sorridendo soddisfatto, ma che non viene sul luogo dell’ennesimo incidente mortale del quale, l’amministrazione comunale è per me in parte colpevole.

Si ricorda quando ci siamo conosciuti? Durante la sua campagna elettorale venne a trovarci alla Noce e si commosse davanti al murale di mio figlio Agostino. Lo ricorda Agostino? Per rinfrescarle la memoria, visto che anche per lei siamo solo numeri, mio figlio è la vittima numero TREDICI. Poi ha abbracciato me e mio marito, dando la sua parola che, se avesse vinto le elezioni, il suo primo pensiero sarebbe stata la messa in sicurezza dell’attraversamento. Ci siamo incontrati diverse volte, mio marito Le ha proposto diverse soluzioni provvisorie, come un autovelox che potesse quantomeno in prossimità di quel tratto di strada, spingere i veicoli in marcia a rallentare. Le avevo detto che era solo questione di tempo e che se non si fossero presi provvedimenti immediati, ci sarebbe stata un’altra vittima.

Ieri è toccato al signor Cangemi, povero uomo che non stava neppure attraversando, falciato da una vettura che sbanda e poi colpito da un’altra anch’essa senza responsabilità. Non entro nel merito della dinamica di questo incidente, questo spetterà ai periti, alla Polizia Municipale ed a chi di competenza, non di certo a me, ma una cosa voglio proprio chiederla a Lei: come fa a dormire la notte? Non si sente sulla coscienza queste morti? Vede Signor Sindaco, ieri ho rivissuto la notte del 21 giugno 2020, quando su quell’asfalto, su quell’attraversamento spirò mio figlio. Un ragazzo di 16 anni costretto dal guasto del pulsante di chiamata del semaforo (non perché lo dica io, ma perché questo è stato stabilito da indagini e perizie), fu costretto ad attraversare con il rosso, venendo investito ed ucciso da una giovane ragazza alla guida che tutto stava facendo, tranne che guardare davanti a sé accertandosi che la strada fosse libera. Il fatto che la ragazza abbia dichiarato che non si era accorta di aver colpito mio figlio, ma pensava che fosse un animale, evidenzia la distrazione alla guida.

Quando le dissi che l’allora Sindaco Leoluca Orlando non fece assolutamente nulla, lei si rammaricò, ed ora? Adesso anche il Signor Cangemi farà parte della mia famiglia, porterò i fiori su viale della Regione anche per lui, e continuerò a chiedermi come possa essere possibile che per lei sia più importante un cannolo gigante che la sicurezza dei suoi cittadini.

Ho già letto commenti sugli articoli di giornale che accusano addirittura il pedone, capisce? Alcuni riescono a dare colpa ad un uomo che sosta su un marciapiede piuttosto che dire le istituzioni ci hanno abbandonati, perché alcuni hanno paura di questo, perché sarebbe la fine di tutto. Io invece non ho paura, io ho smesso di avere paura 4 anni e 4 mesi fa, quando ho perso mio figlio. Ed oggi le dico che per lei noi siamo solo numeri, alle urne quando le fa comodo, vittime della strada quando succedono gli incidenti. Questi però non sono incidenti, questi sono omicidi, dei quali Voi tutti, lì dentro le aule importanti, siete consapevoli, coscienti ed informati, ma non ve ne frega nulla perché tanto, non sarete mai voi ad attraversare Viale della Regione, non i vostri figli, non i vostri padri, non i vostri zii, cugini, nipoti, nonni, ma i NOSTRI ed a voi non frega nulla.

Il cannolo è priorità, i suoi impegni improrogabili vengono prima della vita dei cittadini, io al suo posto un tantino mi vergognerei. Il sangue sull’asfalto di ieri, quello lei doveva venire a vedere, piangere insieme a noi l’ennesima vittima e immediatamente prendere un provvedimento serio, non il CANNOLO signor Sindaco, ma come si fa!
La saluto cordialmente con la certezza che anche queste parole non la sfioreranno per nulla.
Però se portassimo sull’attraversamento un panino con le panelle da 50 kg, verrebbe?
A presto, Rossella Morici in Cardovino.