Resterà nel carcere di Pagliarelli Salvatore Calvaruso, il 19enne dello Zen accusato della strage di Monreale. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Ivana Vassalo, che ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere. Il giovane è ritenuto responsabile dell’omicidio di Andrea Miceli, Salvatore Turdo (cugini di 25 e 23 anni) e Massimo Pirozzo, 25 anni, tutti uccisi a colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica in via Benedetto D’Acquisto a Monreale.
Le indagini intanto proseguono senza sosta. Gli investigatori sono ora al lavoro per identificare altri eventuali partecipanti alla rissa. Il sospetto è che non fosse solo Calvaruso ad aver partecipato all’agguato: troppe le pistole in azione e troppi i bossoli trovati a terra – una ventina – per pensare che si sia trattato di un unico tiratore.
A emergere, intanto, è il primo racconto dettagliato di un testimone oculare, riportato nel provvedimento del gip: «Intorno a mezzanotte notavamo un gruppo di ragazzi, circa nove, a bordo di scooter. Credo fossero cinque scooter. A un certo punto hanno deciso di andare via. Uno di questi, che si trovava su un Liberty bianco, per fare lo sborone ha accelerato all’improvviso rischiando di investirci». Quel gesto spericolato, racconta il testimone, ha acceso gli animi. «Il mio amico Salvatore Turdo gli ha detto con tono acceso: “Perché non vai più piano?”».
Poche parole, un rimprovero, e la situazione è degenerata. Prima le urla, poi le botte e infine la pistola. Il contesto è quello di una lite da movida trasformata in un bagno di sangue, e secondo il giudice ci sono gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Calvaruso, anche se resta da chiarire se abbia agito da solo o con altri complici.
Nel frattempo, il 19enne avrebbe rivelato informazioni sull’arma usata per il delitto. “L’ho trovata qualche giorno prima allo Zen”. Confessione che non convince gli inquirenti.