Rosolino Celesia, il 22enne ucciso stanotte con due colpi di pistola all’interno della discoteca Noct3 di Palermo, ha avuto un passato da calciatore. Cresciuto nel quartiere Cep, era stato ingaggiato nelle giovanili del Torino. Dopo aver indossato la maglia granata fino all’under 17, Celesia era tornato in Sicilia per problemi familiari.
La sua carriera calcistica è continuata nel Marsala, nell’anno in cui anche il Palermo era fra i dilettanti, e nel Troina. Il 22enne vantava anche una convocazione nella nazionale dilettanti. Poi l’approdo alla Parmonval durato 6 mesi.
“Era una promessa – spiega alla redazione di QdP l’allenatore della Parmonval Aldo Bellingardo -. Arrivò nella Parmonval con grandi aspettative ma aveva sempre un velo di tristezza, forse dovuto alla sua situazione familiare. Nel calcio dilettantistico, purtroppo, serve gente che corra 90 minuti e lui era demotivato. Dopo le prime apparizioni da titolare – continua il tecnico – ci siamo accorti che aveva poca voglia di lottare. Aveva grandi qualità ma si metteva poco a disposizione della squadra, era abulico. Lo ricordo come un giovane un po’ introverso. Non era un fesso, conosceva la strada – conclude Bellingardo – ma non mi sembrava il tipo che andasse a cercare liti”.
Rosolino era figlio, tra l’altro, del noto cantante neomelodico Gianni Celesia.