lunedì, 8 Settembre 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Un progetto che punta a trattenere i talenti e a riportare in Sicilia chi lavora fuori dall’Isola

“South Working”, 20 milioni per il rientro dei giovani siciliani

Un investimento concreto per trattenere talenti in Sicilia o richiamare occupati fuori regione: è questa l’idea alla base dell’iniziativa “south working” del governo regionale guidato dal presidente Renato Schifani. Con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro, la Regione punta a incentivare il lavoro agile da remoto delle siciliane e dei siciliani occupati, soprattutto al Nord, favorendo un rientro lavorativo verso l’Isola.

Il progetto si basa in incentivi finanziari alle aziende che permetteranno ai dipendenti siciliani di lavorare da casa, oppure da strutture messe a disposizione direttamente dalla Regione. Le risorse sono già state previste nella manovra quater, che sarà presentata al ritorno dell’Assemblea regionale siciliana, ma diventeranno operative a partire dal 2026. La misura, presentata all’Etna Forum di Ragalna, ha già suscitato attenzione per le sue potenzialità e viene considerata strategica per il futuro economico e sociale dell’isola.

Il contesto in cui si inserisce è quello della Finanziaria 2026, che si annuncia più espansiva rispetto al passato. Almeno un miliardo di euro sarà investito in interventi strutturali, accompagnati da una maggiore ottimistica previsione sulle entrate regionali, per evitare continui aggiustamenti di bilancio e garantire un’autonomia legislativa a chi governa. Accanto al “south working” trovano spazio altri interventi: tre milioni di euro per l’editoria, dieci milioni per i laghetti privati a sostegno delle imprese agricole, sette milioni e mezzo per la stabilizzazione dei precari nei Consorzi di bonifica e dieci milioni per l’assistenza comunicativa agli studenti disabili.

L’obiettivo principale resta quello di frenare la fuga dei giovani, offrendo loro la possibilità di vivere e lavorare in Sicilia anche se impiegati da aziende con sede altrove. Il rientro dei lavoratori potrebbe rappresentare un impulso importante per l’economia locale, con effetti positivi su servizi, cultura, società e mercato immobiliare. Si tratta anche di una risposta moderna al fenomeno del brain drain: non un ritorno nostalgico, ma la costruzione di un futuro digitale e resiliente.

Se ben governato, il “south working” potrebbe trasformarsi in una rivoluzione silenziosa: una nuova normalità che restituisca il diritto a restare nella propria terra senza rinunciare a opportunità professionali, contribuendo al tempo stesso al sistema produttivo italiano. Una misura che, oltre a sostenere i singoli, potrebbe diventare infrastruttura sociale per il futuro della Sicilia.

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