In Sicilia i celiaci sono quasi 20 mila. Un numero importante che ogni mese, nei casi accertati, usufruisce di un buono mensile per acquistare prodotti senza glutine. Finora, però, gli unici negozi in cui è possibile rifornirsi gratuitamente sono le farmacie e i negozi specializzati. I supermercati, nonostante molti di essi vendano prodotti per celiaci, non sono autorizzati ad accettare i buoni. Un’anomalia che penalizza chi soffre di questa patologia e che tiene i prezzi molto alti. Un pacco di croccole di pesce senza glutine, per fare un esempio, che in un supermercato costa al momento circa 6 euro, in un negozio specializzato può costare anche più di 10 euro.
Dal prossimo primo ottobre, arriverà anche in Sicilia una vera e propria rivoluzione, grazie all’avvio del nuovo sistema digitalizzato di assistenza integrativa che consentirà di utilizzare i buoni per alimenti senza glutine anche nella grande distribuzione organizzata. È il risultato di un lungo percorso di mediazione e impegno portato avanti dall’Associazione italiana celiachia (Aic), in sinergia con l’assessorato regionale alla Salute, che ha finalmente condotto la Sicilia nel sistema nazionale Celiachi@RL.
Si tratta di una piattaforma informatica già adottata in quasi tutte le regioni italiane (tranne Marche e Sicilia) e che segna un decisivo superamento del sistema ibrido finora in vigore, basato su buoni cartacei o soluzioni parzialmente digitali. Per i pazienti celiaci sarà sufficiente ritirare il proprio Pin celiachia presso gli sportelli della Asp di appartenenza e attivare il servizio utilizzando la tessera sanitaria con microchip. Dopo l’attivazione, i rinnovi annuali non saranno più necessari: ogni assistito avrà un profilo digitale stabile, spendibile in tutta l’isola, senza più vincoli territoriali e senza limitazioni sui punti vendita. Quest’ultima è un’altra importante novità, poiché finora i buoni erano spendibili solo nella propria città.
Una novità che amplia la libertà di scelta ed introduce un elemento competitivo destinato ad avere effetti anche sul piano economico, una conquista che potrebbe ridisegnare l’intero mercato degli alimenti senza glutine, con la fine di una gestione quasi di monopolio da parte di farmacie e negozi specializzati ed un regime di maggiore concorrenza.