PALERMO – Non si placa la polemica attorno alle dichiarazioni di Carlo Calenda sulla Sicilia, pronunciate a margine della festa di Forza Italia “Azzurra Libertà” a San Benedetto del Tronto. Dopo il presidente della Regione Renato Schifani, che aveva stigmatizzato le parole del leader di Azione accusandolo di aver “offeso la Sicilia”, adesso è Totò Cuffaro a intervenire in difesa del governatore, aprendo un nuovo fronte di scontro politico.
Il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, ex presidente della Regione, ha invitato Calenda a “moderare il suo saccente eloquio” e a rileggere le pagine di Leonardo Sciascia per comprendere meglio l’anima dei siciliani. “La saggezza – ha affermato Cuffaro – non si compra in Parlamento, tanto meno ricorrendo a dileggianti e gratuite semplificazioni nei confronti di una terra che lo ha portato in Senato. Il popolo siciliano va conosciuto e amato per ciò che custodisce nel cuore, non ridicolizzato con frasi superficiali”.
La replica di Calenda non si è fatta attendere ed è stata durissima. L’ex ministro ha definito Cuffaro “l’esempio di quella classe di parassiti che distrugge la Sicilia e affama i siciliani”. Un attacco diretto che rievoca anche il passato giudiziario dell’ex governatore: “L’unica cosa che Cuffaro ha fatto verso il popolo siciliano è sfruttarlo. Condannato per favoreggiamento, non ha ancora il pudore di tacere e ritirarsi a vita privata”.
Lo scambio di accuse è l’ennesimo capitolo di una polemica che nelle ultime ore ha infiammato il dibattito politico, con la Sicilia ancora una volta terreno di scontro tra leader nazionali e figure storiche della politica regionale.