Siccità in Sicilia: l’acqua c’è, basta guardarsi attorno

Un fenomeno che si sta acuendo negli ultimi decenni e che mette in ginocchio l'agricoltura e il benessere dei cittadini. Un problema che va affrontato in tempo, prima che sia troppo tardi

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Quando c’è un problema l’errore più grande è piangerci sopra. Tra l’altro stiamo parlando di siccità che non si risolve con qualche lacrima. La Sicilia, un’isola nota per le sue bellezze naturali e il suo patrimonio culturale, è afflitta da un problema cronico. Un fenomeno che si sta acuendo negli ultimi decenni e che non mette in crisi solo l’agricoltura, ma incide anche sulla qualità della vita dei siciliani e sull’equilibrio degli ecosistemi.

Eppure l’acqua non manca nel pianeta. Il mare e gli oceani ricoprono il 70% circa della superficie terrestre. L’uso di impianti di desalinizzazione per trasformare l’acqua di mare in acqua adatta all’agricoltura, ma anche all’uso domestico, potrebbe già essere una soluzione a lungo termine. E di mare, in Sicilia, ce n’è tanto, basta guardarsi attorno. Bisogna investire, prevenire e anche educare, per evitare la desertificazione.

La desalinizzazione non è comunque l’unico rimedio possibile. Però bisogna partire dal problema. Ovvero chiederci quali siano le cause della siccità. Non serve riflettere tanto. Il primo motivo, quello più rilevante, è dovuto ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature globali ha portato a una riduzione delle precipitazioni e a un incremento dell’evaporazione, aggravando il problema della siccità. Soprattutto in Sicilia, la gestione inefficiente delle risorse idriche, incluse le perdite nelle reti di distribuzione, contribuisce significativamente alla scarsità d’acqua. Poi c’è l’agricoltura intensiva, che richiede grandi quantità d’acqua. Metodi di irrigazione obsoleti e poco efficienti aumentano ulteriormente il consumo idrico.

Soluzioni per combattere la siccità

Affrontare la siccità in Sicilia richiede un approccio integrato che combini innovazione tecnologica, gestione sostenibile e interventi a lungo termine.

Per l’agricoltura esistono sistemi di irrigazione a goccia, che riducono significativamente lo spreco d’acqua, fornendo solo la quantità necessaria direttamente alle radici delle piante.

Esistono anche dei sensori per monitorare il livello di umidità del suolo. Un sistema che può aiutare a irrigare solo quando necessario, evitando sprechi.

Andrebbero poi proposte pratiche agricole sostenibili che richiedano meno acqua, come la coltivazione di varietà resistenti alla siccità e l’adozione di tecniche agroforestali.

Le piogge nell’isola sono sempre più rare. Il clima è sempre più tropicale. Negli ultimi anni non sono state rare le “bombe d’acqua”. Forse è il caso di attrezzarsi per queste eventualità, sempre più comuni, implementando la costruzione di cisterne e bacini per raccogliere l’acqua piovana. Potrebbero essere riserve idriche nei periodi di siccità.

Inoltre, perché sprecare l’acqua dolce per l’irrigazione agricola quando si potrebbero trattare e riutilizzare le acque reflue?

Le reti colabrodo

Qualche giorno fa, a Palermo, è scoppiata una tubatura. Gira ancora un video sui social in cui l’acqua schizza in alto bagnando auto e passanti, con tanto di meme: “Alla faccia della siccità”. Non è un caso isolato. Non sempre le perdite sono però così eclatanti. Ci sono perdite che nessuno vede, tranne quando non provocano danni. Investire nella riparazione e nella modernizzazione delle reti idriche e delle fognature per ridurre le perdite d’acqua è fondamentale.

Le piante e gli alberi sono vita. E salvano il pianeta

Incendi, abbattimenti selvaggi di alberi e a volte, spesso, senza un perché, la continua cementificazione, stanno facendo un enorme danno all’ambiente e aumentano i rischi di siccità. Aree verdi e alberi, infatti, migliorano l’assorbimento e la conservazione dell’acqua nel suolo. La direzione, però, sembra opposta. Soprattutto a Palermo, si nota quasi un disinteressamento in tal senso. Basta fare un giro in via Libertà per vedere a occhio nudo la sofferenza dei platani che da mesi non godono nemmeno di una goccia d’acqua. È così in ogni parte della città. In comuni virtuosi, in periodi di gran caldo, gli operai passano con le cisterne e danno acqua alle piante, patrimonio inestimabile che va tenuto in vita per il benessere del pianeta. In tal senso, è fondamentale educare la popolazione e le nuove generazioni sull’importanza del risparmio idrico e sulle buone pratiche quotidiane.

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Michele Sardo
E' iscritto all'ordine dei giornalisti di Sicilia dal 2008. Ha iniziato la sua carriera professionale in radio, svolgendo l'attività di giornalista come speaker di radiogiornali e trasmissioni di intrattenimento e sportive. Dal 2010 ha iniziato collaborazioni con diverse televisioni locali, tra cui Tgs, Tele One, Cts, Tele Sud. Nel 2011 ha ideato e condotto il programma sportivo "Sotto la Curva" e nel 2012 è stato opinionista, fino al 2017, del format televisivo Rotocalcio. E' stato conduttore del Notiziario di Sicilia e caporedattore, dal 2017 al 2018, del giornale online Forza Palermo. Numerose anche le collaborazioni freelance: le più importanti con il Giornale di Sicilia, cartaceo e online, Tgs e Ultima Tv. Dal 2019 al 2022 è stato Direttore Responsabile di Rosanero Live e dal 2021 al 2022 anche di Palermo Live.