La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che donerete, nel sorriso che effonderete, nella serenità che darete ai bisognosi, ai derelitti, ai diseredati. Nessuno è felice da solo, è il grido Raoul Follereau. Oggi Cristo diventa il nostro seminatore. Quanto è difficile meditare questa parabola ai nostri giorni. Lontano è il seminatore, lontano sono le navi piene di grano dell’Ucraina e della Russia. Cristo è così umile da essere il nostro seminatore. Ecco scende nei nostri campi, semina nella strada, dove ci sono avvoltoi che divorano il bene. La strada del bene è difficile, facile preda dei malvagi. Le strade di oggi sono crocevia di indifferenze, di abusi, di frenesie di mode, di allerte di male. Come possibile far crescere la parola di Dio? Cristo non si scoraggia, procede nella semina, semina persino nei sassi. Come far germogliare la parola di Cristo nelle teste dure di certi prelati? Essi hanno la terra buona, vangata nel tempo del seminario, ma molto superficiale, per cui la parola appena spunta nei loro cuore, secca. Sono tentati più dal denaro che dal bene. Cristo si spina, semina nei rovi. Questi sono i potenti che credono di soffocare ogni bene, ogni giustizia, ogni diritto umano. La parola di Dio non cresce nella superbia, nell’arroganza. I rovi imperano spine e disastri, i campi sono arroventati di gramaglie di rovi. I prepotenti trinciano orgoglio, devastano ogni campo di giustizia. Meglio andare a seminare altrove.
Dove, Signore, seminare la tua parola? Tu conosci bene il cuore degli uomini, nel cuore si può seminare la giustizia, la libertà, i diritti umani, Nel cuore si crede. Nella mia vita ho conosciuto persone, non cristiane, piene di valori umani. Altre invece, come quell’uomo che, spacciato per medico dell’udito, venne da Caltanissetta per una visita medica. “Sono stato mandato da lei, affermò. Mi visitò, affermando ”Lei ha un udito perfetto, qui tra gli uccelli. Io sono qui, devi sapere, per informarla della morte del magistrato che lei ha massacrato. E’ morto come un cane, tutto solo. Mia nipote sposata in seconde nozze con lui, lo ha lasciato. Questo sono venuto a dirle”. Risposi: ”Diciamo un Padre nostro e una requiem eterna e lo invitai, in ginocchio, a pregare”. “Questo devo dire a chi mi ha mandato?”. “Sì, proprio questo”. E’ la risposta di chi sa amare”. Ecco questo uomo voleva seminare zizzania e non ci è riuscito. Bisogna avere il cuore libero e pronto nell’ascolto, per far germogliare la Parola di Cristo nella gente. A volte, il nostro cuore è quel terreno buono, dove il seme può germogliare. Il cuore è il terreno buono, dove crescono meraviglie.