Scuola, stop ai cellulari in classe anche per scopi didattici. Il ministero: “Fonte di distrazione”

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cellulari sulla cattedra

“A preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica…. Sono gli effetti che l’uso – che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso – di smartphone e videogiochi. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche”. Si legge ciò nel comunicato alla presidenza del Senato inviato nel 2021 dalla settima commissione permanente, in seguito ad un’indagine conoscitiva, avviata dalla stessa, sull’impatto che gli smatphone e i videogiochi hanno sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento.

Per queste ragioni, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, i cellulari saranno banditi dalle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche. La decisione è stata annunciata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato dal ministro Giuseppe Valditara, attraverso una circolare che fornisce alle scuole indicazioni precise per introdurre il divieto dell’uso dello smartphone a scopo didattico.

Le motivazioni del Ministro Valditara

La scelta è motivata dalla preoccupazione per l’impatto negativo che l’uso eccessivo dei cellulari può avere sul naturale sviluppo cognitivo dei ragazzi. Diversi studi internazionali , come si legge nella relazione suddetta, hanno infatti dimostrato che l’uso del cellulare in classe, anche a scopo educativo, può incidere negativamente sul livello degli apprendimenti degli alunni. In particolare, il Rapporto Unesco 2023 ha evidenziato che i dati delle valutazioni internazionali su larga scala, come quelli forniti dall’Ocse-Pisa 2022, mettono in luce un legame negativo tra l’uso eccessivo delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e il rendimento degli studenti.

Effetti negativi

Il Rapporto Ocse ha inoltre sottolineato come gli smartphone siano fonte di distrazione per gli studenti, riducendo il livello di attenzione, soprattutto durante le lezioni di matematica. L’uso continuo e spesso senza limiti dei telefoni cellulari fin dall’infanzia e nella preadolescenza incide negativamente sul naturale sviluppo cognitivo, determinando perdita di concentrazione e di memoria, diminuzione della capacità dialettica, dello spirito critico e dell’adattabilità.

Misure e eccezioni

La circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito dispone quindi il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici, per gli alunni dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado. Tuttavia, sono previste eccezioni per i casi in cui l’uso del cellulare o del tablet siano previsti dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato, come supporti rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento, ovvero per documentate e oggettive condizioni personali.

Altri dispositivi digitali

Nonostante il divieto sugli smartphone, altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, potranno essere utilizzati per fini didattici sotto la guida dei docenti. Il Ministero dell’Istruzione sottolinea che il ricorso alla didattica digitale e la sua valorizzazione restano fondamentali, così come l’impegno a rendere gli studenti consapevoli del corretto ed equilibrato uso delle nuove tecnologie, dei telefoni cellulari e dei social, nonché dei relativi rischi.

Adattamenti delle scuole

Le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione dovranno aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, prevedendo specifiche sanzioni disciplinari per gli alunni che dovessero contravvenire al divieto di utilizzo in classe dello smartphone. Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di interventi volti a migliorare la qualità dell’istruzione e il benessere degli studenti, promuovendo un ambiente di apprendimento più sano e produttivo.

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