“Sono del segno del Toro, mi chiamano diesel. È dura, ma vado avanti”. Renato Schifani prova a mostrarsi sereno dopo i giorni più difficili della legislatura, segnati dalle fratture interne alla maggioranza e dal caos in Aula durante l’esame della manovra-quater. Intervenendo da Galati Mamertino, nel Messinese, durante la decima edizione del Festival del giornalismo enogastronomico, il presidente della Regione Siciliana ha provato a rilanciare, ribadendo la volontà di proseguire il proprio mandato nonostante le tensioni politiche.
“Ho scoperto che mi chiamano diesel – ha scherzato Schifani –. Bisogna andare avanti, a volte ci si stanca, ma se uno vuole ce la fa. Sono sereno e pacato”. Poi, il governatore ha toccato i nodi più spinosi della settimana, a partire dalle norme bocciate all’Ars: “Quello che mi dispiace di più è la norma sul south working. La riproporremo. Votare contro quella misura significa votare contro i ragazzi siciliani: consentiva loro di tornare a lavorare qui, incentivando le imprese che permettono il lavoro a distanza. È un’amarezza politica”.
Schifani ha poi difeso anche il provvedimento sul Fondo per l’editoria, naufragato per la seconda volta in Aula: “Quando prendo un impegno cerco di mantenerlo. Non riesco a comprendere questa trasversalità di voto contro una norma condivisa anche con i giornalisti della Stampa parlamentare siciliana. È la seconda volta che viene bocciata, comincio a chiedermi perché. Se servono correzioni, sono pronto a farle. A me interessa che la norma passi, e la riproporrò”.
Tra franchi tiratori e tensioni interne, la maggioranza resta dunque in bilico, ma Schifani prova a mostrarsi impermeabile alla crisi: “È dura, ma lavoriamo. Come un diesel, continuo ad andare avanti”.