mercoledì, 5 Giugno 2024

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Rombi di moto e lacrime per l’ultimo saluto a Simone Gnoffo

CronacaRombi di moto e lacrime per l'ultimo saluto a Simone Gnoffo

Nella chiesa Ss Maria Misericordia a Palermo, i funerali del 18enne morto in un incidente a Monte Pellegrino

Il corpo di Simone Gnoffo, 18enne che ha perso la vita in un incidente con la moto venerdì sera a Monte Pellegrino, è arrivato in una bara dentro l’auto funebre. A seguire il carro i familiari e decine di moto. Sono gli amici del ragazzo, che con lui condividevano la passione per le due ruote.

Il suo trasporto a spalla dentro la chiesa SS Maria della Misericordia è scandito dal rombo dei motori. Sul feretro, all’interno della chiesa rotonda di via Liguria, gremita, la foto di Simone, un cuscino di rose bianche, la sua tuta e i suoi guanti da motociclista, e il casco, lo stesso che il giovane studente della classe quarta B dell’Istituto Einaudi – Pareto di Palermo, indossava al momento dell’incidente in via Pietro Bonanno.

“Non è mai facile commentare e dire parole di morte, soprattutto quando a perdere la vita è un giovane. È contronatura. C’è voglia di urlare, anche contro Dio – ha detto durante l’omelia Don Giuseppe Bruno – . È umano protestare contro la morte. Se ci sembrano pochi 100 anni come è possibile morire a 18 anni? Ma Dio non vuole la morte dei peccatori, figuriamoci la morte dei figli. Nella morte di Cristo, Dio vuole capire il trapasso. La morte non ha senso e resta senza senso. Dio con la morte di suo figlio cerca di comprenderla. Ci crediamo onnipotenti – ha continuato il prelato – ma la morte sta lì a ricordarci che abbiamo i giorni contati. È un limite dinanzi al quale tutti ci dobbiamo trovare, anche se proviamo a non pensarci per tutta la vita. La morte diventa un passaggio, una pasqua. Dio ci rincuora. Nella casa del padre mio c’è posto per tutti, per coloro che vorranno entrarci. Il corpo di Simone non resta nella tomba ma nei ricordi di chi lo ha conosciuto. L’amore passa attraverso il corpo. Attraverso Simone è passato Dio stesso. I morti non sono al cimitero ma nelle mani di Dio. Simone è già risorto ed è nelle sue mani – ha concluso il sacerdote -. La morte è un incidente di percorso. Che ci piaccia o no, dovremo affrontarla tutti. I nostri giorni sono contati e noi dobbiamo sfruttarli, giorno per giorno, per tirare fuori il meglio per il tempo che ci resta da vivere”.

“Simone è un ragazzo meraviglioso, a tratti irriverente ma sempre rispettoso – ha detto un docente di Simone -. Lascia un vuoto incolmabile. Spero che tutta la quarta B possa essere ancora più unita e chiedo ai ragazzi ad essere forti. Non ti sentire in colpa – ha detto l’insegnante all’amico che in quel terribile sabato pomeriggio era in sella con lui -. Devi anzi essere orgoglioso di essere stato al suo fianco fino alla fine”.

“Non finisce qui, è un arrivederci- ha detto un amico”.

“Un ragazzo bellissimo che oggi è un angelo – dice con voce rotta dal pianto un’insegnante -. Voglio dire a questi ragazzi di non abbandonare questi genitori. Abbandonate le moto e tutto quello che vi puó fare male. La vita è un bene troppo importante”.

Alla fine della celebrazione, all’uscita della bara di Simone, portata a spalla dai compagni, decine di palloncini bianchi e verdi sono stati lasciati volare verso il cielo. Altri compagni hanno acceso dei fumogeni, anch’essi bianchi e verdi. Due colori non scelti a caso dagli amici. Il bianco rappresenta la giovane età, il verde, invece, era il colore preferito da Simone Gnoffo. Anche la sua moto era di colore verde.

La salma di Simone sarà tumulata ai Rotoli di Palermo. Prima di recarsi al cimitero, il carro funebre, scortato dalle moto, si è fermato davanti all’Istitito Einaudi – Pareto.

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