Un altro episodio a dir poco deplorevole, che può essere messo decisamente alla stessa stregua degli stupri di Palermo e Caivano, è accaduto la notte di Ferragosto in una spiaggia di Latina. Una giovane ragazza ha perso i sensi mentre era in spiaggia con una comitiva di amici. Invece di essere soccorsa, uno di loro l’ha ripresa con la videocamera dello smartphone nelle parti intime. Il tutto sotto lo sguardo del resto della comitiva che non ha mosso un dito, rendendosi complice, dell’atto “violento e disgustoso” che veniva perpetrato ai danni della ragazza.
Il video, neanche a dirlo, è finito sui social. Dapprima su Instagram fra una cerchia di amici, poi qualcuno lo ha condiviso all’esterno ed è arrivato anche ai genitori della povera vittima di abuso che hanno sporto denuncia. Bisogna sottolineare e far comprendere, soprattutto alle nuove generazioni, che non basta non toccare qualcuno per fare del male. Questa è violenza al pari di uno stupro. Anche questa ragazza è stata stuprata vergognosamente e bisogna interrogarsi con profonda attenzione del perché la nostra società stia andando così tanto alla deriva. Fino a qualche decennio fa le ragazze delle comitive godevano della protezione degli amici maschi. Oggi, senza naturalmente generalizzare, c’è da avere paura. Forse è arrivato il momento, alla luce di questi gravi fatti di cronaca che stanno togliendo il coperchio alla pentola in cui bolle l’acqua sporca di una società in parte malata e di nuove generazioni che dimostrano deficit di empatia e di rispetto nei confronti del sesso opposto, che spesso sconfinano nella misoginia, di trovare soluzioni concrete che non possono solo passare da educazione e mondo della scuola. Non è il tempo solo di educare, bisogna raddrizzare. E per far ciò servono leggi severe e punizioni esemplari.