lunedì, 1 Dicembre 2025
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“Cartelle dopo dieci anni. Anziani in difficoltà, serve un tavolo di confronto con l’Asp”

Raffica di cartelle esattoriali nel Palermitano per il ticket: l’allarme di Adiconsum

Da mesi un numero crescente di cittadini della provincia di Palermo, molti dei quali pensionati over 65, sta ricevendo cartelle esattoriali e avvisi di accertamento per il recupero di presunte esenzioni ticket non spettanti. Le richieste arrivano dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione sulla base delle segnalazioni dell’Asp di Palermo, che avrebbe individuato irregolarità tramite l’incrocio dei dati con Ministero del Lavoro e Inps. Secondo Adiconsum

, però, le procedure presentano gravi criticità e stanno generando un forte disagio socio-economico, in particolare tra le fasce più deboli della popolazione.

Molti cittadini, scrive l’associazione, stanno ricevendo atti privi dell’indicazione delle prestazioni contestate, rendendo complicata qualsiasi difesa. Per questo Adiconsum sta assistendo gli utenti sin dalle richieste di accesso agli atti, passaggio definito “indispensabile” per capire cosa l’Asp intenda recuperare. Ma ottenere tali documenti non è semplice: l’Azienda sanitaria infatti ha predisposto un unico sportello dedicato, insufficiente a gestire l’afflusso. “Stiamo presentando istanze di annullamento in autotutela e ricorsi nei casi in cui i requisiti reddituali o anagrafici fossero pienamente conformi al codice di esenzione dichiarato, rendendo quindi illegittima la richiesta di rimborso”, spiega Antonio Rocco, responsabile Adiconsum Palermo Trapani.

Accanto a lui, la segretaria generale Cisl Palermo Trapani, Federica Badami, sottolinea come “la situazione stia determinando un forte disagio socio-economico, soprattutto per cittadini che spesso vivono già condizioni di fragilità economiche, sociali o sanitarie”. Entrambi ritengono necessaria l’apertura immediata di un tavolo di confronto tra Asp, associazioni dei consumatori e rappresentanze di categoria, affinché le verifiche vengano svolte in modo rapido, trasparente e corretto e si individuino soluzioni sostenibili anche per gli utenti che realmente devono pagare. Tra queste, la rateizzazione, oggi del tutto assente.

Le richieste di recupero riguardano prestazioni usufruite anche nel 2015 e negli anni immediatamente successivi. Un dettaglio che solleva ulteriori interrogativi, poiché la normativa di settore stabilisce limiti temporali molto più ristretti per accertare e contestare eventuali irregolarità. “L’emissione di atti di recupero a quasi dieci anni di distanza appare in possibile contrasto con i termini fissati dalla legge, generando incertezza giuridica e disorientamento tra gli utenti”, osserva ancora Rocco.

Gli avvocati di Adiconsum segnalano poi altre criticità. Molte richieste di accesso agli atti inviate tramite PEC restano senza risposta. Una mancanza che pesa soprattutto sugli anziani e sui soggetti fragili, già penalizzati dalle limitate giornate e ore di ricevimento e dall’impossibilità, in alcuni casi, di recarsi fisicamente agli sportelli. Nonostante diversi cittadini abbiano documentato redditi ed età perfettamente coerenti con l’esenzione applicata, l’Asp non ha sempre provveduto all’annullamento della pretesa. Ciò ha generato un clima di incertezza che ha spinto alcuni utenti a pagare somme non dovute, pur di evitare contenziosi costosi e dall’esito incerto.

Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la mancata possibilità di rateizzare i pagamenti quando il recupero risulta effettivamente dovuto. Secondo Adiconsum si tratta dell’aspetto “più grave e socialmente impattante”. Anche davanti a redditi bassissimi, come pensioni di 650 euro al mese, l’Azienda sanitaria non avrebbe concesso alcuna forma di pagamento dilazionato, imponendo somme che molti cittadini non sono in grado di sostenere.

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