martedì, 14 Ottobre 2025
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Le pene inflitte vanno da poco meno di sei anni fino a oltre sette anni di reclusione

Processo “Spaccaossa”, il Tribunale ridimensiona le richieste della Procura: sei condanne e un’assoluzione piena

Non c’è stata la raffica di condanne chieste dalla Procura. Nel nuovo filone del processo “Spaccaossa”, il Tribunale di Palermo ha emesso una sentenza che ridisegna il quadro accusatorio e attenua gran parte delle pene richieste. A fronte di richieste pesanti da parte del pubblico ministero, le condanne sono state sensibilmente più basse e in un caso è arrivata un’assoluzione piena.

Il collegio giudicante, presieduto da Salvatore Flaccovio con a latere i giudici Patty Fiocco e Vincenza Gagliardotto, ha letto in aula il dispositivo che chiude uno dei capitoli più complessi della maxi inchiesta “Spaccaossa”, il sistema criminale che ruotava attorno ai falsi incidenti e alle fratture volontariamente procurate per ottenere rimborsi dalle compagnie assicurative.

La decisione del tribunale

Le pene inflitte vanno da poco meno di sei anni fino a oltre sette anni di reclusione. Nello specifico, Benedetto Mattina è stato condannato a 7 anni e 5 mesi, Michele Caltabellotta a 6 anni e 10 mesi, Alessandro Santoro a 6 anni e 8 mesi, Natale Santoro a 6 anni e mezzo, Orazio Falliti a 6 anni e un mese e Giuseppe Di Maio, detto “fasulina”, a 5 anni e 11 mesi.

È stato invece assolto “perché il fatto non sussiste” Vincenzo Petruzzo, difeso dall’avvocato Vincenzo Giambruno, per il quale la Procura aveva chiesto una condanna a sei anni e otto mesi. La sentenza, per lui, rappresenta una piena riabilitazione dopo anni di accuse ritenute infondate dai giudici.

Determinante si è rivelato il lavoro dei legali della difesa – Giambruno, Zummo, Turrisi, Pillitteri e Di Matteo – che hanno contestato con decisione la ricostruzione dell’accusa, evidenziando contraddizioni e mancanza di prove solide per alcuni degli imputati.

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