Emergono nuovi elementi sull’affondamento del Bayesian, il mega-yacht appartenuto al magnate americano Mike Lynch, tragicamente scomparso insieme ad altre sei persone lo scorso agosto al largo di Palermo tra cui la figlia. Durante la puntata della trasmissione Quarta Repubblica su Rete Quattro, è stato mostrato un video esclusivo registrato dalle videocamere dello yacht e sono stati diffusi dettagli tecnici inediti che alimentano ulteriormente i dubbi su quanto accaduto quella notte.
Secondo quanto riferito, tutti i portelloni dell’imbarcazione risultavano perfettamente chiusi al momento del recupero. Inoltre, sono state effettuate prove di tenuta stagna: lo scafo è risultato integro. Dopo aver svuotato completamente l’acqua presente all’interno, sono stati eseguiti test che hanno confermato l’ermeticità della struttura. Dunque, la barca non avrebbe dovuto affondare così facilmente.
Tuttavia, la ricostruzione degli ultimi istanti dell’imbarcazione fornisce uno scenario inquietante. Alle 4 si vede un uomo che corre nella parte destra della barca da prua a poppa. Alle ore 4:04, il tendalino si strappa, probabilmente a causa dell’improvvisa tromba marina e del vento che superava i 50 nodi. Solo un minuto dopo, alle 4:05, il Bayesian inizia a spostarsi bruscamente verso dritta, in senso orario. Un movimento che suggerisce che l’àncora abbia improvvisamente ceduto o sia stata volutamente mollata. È in quel momento che la barca ha iniziato a scarrocciare, trascinata dal vento e dalla forza del mare, fino al tragico affondamento.
Ma il punto più controverso resta un altro: perché i motori non sono stati mai accesi? Una scelta incomprensibile per molti esperti, specie in presenza di condizioni meteorologiche che stavano rapidamente peggiorando. Le domande restano senza risposta.
Un dettaglio apparentemente secondario, ma forse cruciale, è emerso durante le analisi del relitto: la scala che conduce al tender risultava aperta al momento del naufragio. Una circostanza strana, che potrebbe aver rappresentato un punto d’ingresso per l’acqua, compromettendo la stabilità dell’imbarcazione.
L’indagine, ancora in corso, cerca ora di mettere insieme i tasselli di un puzzle complesso. Se lo scafo era integro e stagno, cosa ha davvero provocato il repentino affondamento? E chi ha deciso – o dimenticato – di non attivare i motori in un momento critico?
Intanto, il Bayesian è tornato a galla dopo mesi sul fondo del mare, e potrebbe ancora avere molto da raccontare. Al momento si trova al porto di Termini Imerese. Nei prossimi giorni sarà portato a galla anche il lunghissimo albero maestro.