«Si rappresenta che l’Ingv non ha avuto incarico da parte della Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive», scrive il presidente di Ingv Doglioni, che precisa: «due ricercatori dell’Ingv hanno svolto analisi dell’area a esclusivo titolo personale e tali analisi non sono in possesso di questa amministrazione e non possono rappresentare l’opinione istituzionale dell’Ingv».
È quanto si legge oggi sul Quotidiano La Repubblica che riporta una lettera del presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Doglioni.
La risposta, da parte dell’ufficio stampa dell’azienda Stretto di Messina S.p.a., fa alcune precisazioni importanti e precisa caratteristiche importanti del ponte che dovrà collegare la Sicilia alla Penisola. Tra queste quella di resistere a terremoti devastanti, come quello che distrusse completamente la città di Messina nel 1908.
“Il progetto definitivo del ponte sullo Stretto è completo e molto approfondito, non manca di alcun “via libera sismico” o “certificazione” come riportato nell’articolo de la Repubblica in data odierna – scrive in una nota Stretto di Messina S.p.a. -. Ricercatori di INGV hanno collaborato con il Contraente Generale Eurolink sia nella fase di redazione del Progetto definitivo del 2011, sia nel recente aggiornamento per la ulteriore definizione nel dettaglio del quadro geosismotettonico, non solo mediante analisi bibliografiche, ma anche mediante rilievi in sito, prospezioni geosismiche, sondaggi geognostici. Il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma, incaricata da Eurolink per approfondimenti, ha stipulato recentemente un accordo scientifico con INGV per l’aggiornamento del quadro geosismotettonico. Inoltre, la Stretto di Messina ha recentemente stipulato un accordo di collaborazione tecnico-scientifica con INGV per la gestione della rete di monitoraggio geotecnica e per lo scambio di dati e informazioni scientifiche. Nell’ambito di queste collaborazioni Stretto di Messina conferma la sua disponibilità a illustrare nel dettaglio quanto previsto dal progetto per il tema sismico”.
Secondo quanto scrive Stretto di Messina S.p.a., Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta un’opera ingegneristica unica per complessità e precisione, frutto di un lavoro approfondito di progettazione che ha preso in considerazione l’elevata sismicità dell’area. Il ponte è stato progettato per rispondere con sicurezza anche ai terremoti di maggiore intensità, grazie a un’attenzione scrupolosa e a un continuo aggiornamento di dati scientifici e tecnici.
Collaborazione con esperti e istituti di ricerca
Fin dalle fasi iniziali del progetto, Eurolink, il consorzio responsabile della progettazione e costruzione, ha collaborato con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma. Queste collaborazioni hanno consentito di approfondire lo studio della sismicità e delle caratteristiche geotettoniche dello Stretto, mediante rilievi in sito, prospezioni e carotaggi per mappare con precisione le strutture tettoniche presenti.
La faglia di Cannitello, ad esempio, – spiega l’azienda nella nota – è stata esaminata a fondo e dichiarata non sismogenetica, ovvero incapace di produrre movimenti del terreno significativi. Studi dettagliati hanno confermato l’assenza di dislocazioni recenti e di segnali che possano indicare attività sismica recente, offrendo ulteriori certezze sulla sicurezza della struttura.
Resistenza sismica: progettazione per eventi estremi
Il ponte è stato progettato per resistere a terremoti di magnitudo massima stimata per l’area, pari a 7.1 sulla scala Richter, simile al devastante sisma di Messina del 1908. Sebbene eventi di questa intensità siano rari (con un periodo di ritorno stimato tra i 1500 e i 2000 anni), il ponte è stato progettato per mantenersi in campo elastico anche in caso di un sisma così potente, evitando danni strutturali e garantendo una stabilità senza precedenti.
Per la valutazione della sicurezza sismica, sono stati adottati parametri di progettazione più cautelativi rispetto alle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018 (NTC18). In particolare, si è fatto riferimento allo spettro di risposta, che considera come la struttura risponde ai movimenti sismici in funzione del periodo di oscillazione. Il ponte, essendo una struttura molto flessibile, risponde in periodi lunghi, con oscillazioni superiori ai 30 secondi per l’impalcato, quindi a livelli di accelerazione inferiori e meno critici rispetto a strutture ordinarie.
Monitoraggio e aggiornamenti continui
Per garantire la massima sicurezza, il progetto prevede anche un sistema avanzato di monitoraggio geotecnico, sviluppato in collaborazione con INGV, che raccoglie e analizza in tempo reale i dati relativi alla stabilità del terreno e alle condizioni sismiche. Questa rete di monitoraggio sarà costantemente attiva durante e dopo la costruzione, offrendo una supervisione continua.
Un’opera senza precedenti a livello italiano e internazionale
L’approvazione del progetto – conclude Stretto i Messina S.p.a. – è il risultato di un iter complesso e scrupoloso, che ha coinvolto non solo la Direzione Tecnica della Stretto di Messina, ma anche il Parsons Transportation Group come Project Management Consultant, Edison Next come monitore ambientale e un panel di esperti per la supervisione tecnica. Questi esperti includono specialisti di aerodinamica, sismologia e geotecnica, che hanno validato ogni aspetto tecnico del progetto, rendendolo tra le strutture più sicure al mondo per resistenza sismica.