mercoledì, 6 Agosto 2025
Il Quotidiano di Palermo - Testata telematica registrata al Tribunale di Palermo n.7/2025 Direttore responsabile: Michele Sardo

Serve un’azione più concreta, capace di unire formazione e lavoro, di dare strumenti alle famiglie

Periferie di Palermo tra sogni e degrado: dove non basta la scuola è una lotta continua

Palermo è una città splendida e ferita. Ci sono frammenti importanti di storia e cultura immersi nella marginalità sociale e nel degrado che inevitabilmente hanno un impatto sulla vita di tutti, soprattutto delle nuove generazioni.
Nelle periferie di Palermo, come lo Zen, Brancaccio, Sperone e Borgo Nuovo, la vita per molti giovani è una lotta quotidiana contro l’abbandono, la povertà e l’assenza di opportunità. L’istruzione tradizionale fatica a intercettarli, la disoccupazione è altissima e la criminalità organizzata rappresenta spesso l’unico sistema efficiente di reclutamento e sopravvivenza. La violenza entra a far parte della quotidianità dei più giovani senza difficoltà con effetti devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. 

In questi contesti, la scuola non basta: serve un’azione più concreta, capace di unire formazione e lavoro, di dare strumenti alle famiglie e sostenere il futuro dei nostri giovani. 

Molti adolescenti abbandonano presto i banchi di scuola, attratti da guadagni facili, spesso di derivazione criminale e da un mondo che offre poche alternative. Inoltre la rete familiare, un tempo radicata e presente, spesso non riesce più a far fronte alle esigenze delle nuove generazioni lasciandole in balìa degli eventi. 

Il problema sociale è articolato e non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Indubbiamente lo stato e la scuola devono tornare protagonisti nella vita delle periferie. Nell’attesa però esiste una strategia possibile: rafforzare i servizi educativi, sostenere le realtà legate ai consultori e rendere capillari i percorsi professionali per i minori. Questi corsi, pensati per i giovani dai 14 anni in su, aiutano chi vuole intraprendere una carriera professionale a farlo nel più breve tempo possibile, implementano i percorsi scolastici tradizionali e tolgono dalla strada tantissimi ragazzi che, altrimenti, abbandonerebbero gli studi. 

Fare tutto questo significa non solo ridurre la dispersione scolastica, ma anche spezzare la catena della marginalità, restituendo ai ragazzi delle periferie strumenti reali per costruirsi un futuro lontano dalla criminalità. La necessità di un sostegno reale per le famiglie, che non sanno più come arrivare a fine mese e non si occupano della formazione e dell’istruzione dei propri figli, è sempre più urgente

Perché, diciamocelo chiaramente, dove manca un lavoro, arriva la mafia. Dove manca un’alternativa, nasce la rassegnazione. I più intraprendenti tentano la fuga, cambiando città o paese. Gli altri rimangono qui, impantanati dall’amore viscerale per casa propria quasi fossero sabbie mobili.

Se Palermo vuole davvero rigenerarsi, deve partire da qui: dai quartieri dimenticati, dai ragazzi lasciati indietro, dalle loro mani, dal loro talento inascoltato.

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