Ci sono trame di film che si somigliano molto ma che spesso divertono. È il caso dei classici film di Natale, cinepanettoni che fanno cassetta ogni anno. Il Palermo fa cassetta, eccome, sempre, grazie ai suoi tifosi che riempiono il Barbera e affollano i settori ospiti negli stadi in trasferta. La trama delle interpretazioni di questa squadra però sempre più spesso diverte poco.
Anche contro il Venezia è arrivata una sconfitta, la sesta in casa, che sottolinea ancora una volta come quella rosanero sia una incompiuta. Da due anni si cerca un briciolo di gioco, un equilibrio tra i reparti, una coesione tra gli elementi in campo che puntualmente assume le sembianze di un miraggio.
Non fanno più notizia, e ci duole dirlo, le dichiarazioni di intenti delle conferenze prepartita e le scusanti proposte dopo ogni gara. Ci sforziamo di leggere tra le righe una ammissione di colpa da parte di chi quelle condizioni sopra descritte dovrebbe trovarle. E ci fa persino sorridere sentire che a otto giornate dalla fine del campionato bisogna riflettere sul modulo, come se sessantotto partite non avessero suggerito nulla.
Utopistico è pensare ad un cambio di rotta, o magari di timoniere, per una nave ormai alla deriva che rischia di affondare. Questa società, ancora silente, non ci stupirà con alcun effetto speciale. Aggrapparsi alla speranza che l’amor proprio possa sopperire al nulla tattico è l’unica ancora di salvezza auspicabile per un gruppo di giocatori che da qui alla fine dovranno solo fare uso dei propri attributi. Lo devono alla loro gente, a tutti coloro i quali pagano il biglietto.
Saranno in grado questi attori di recitare un copione diverso da quello propinato sino a ieri? Metteranno in campo il coraggio, la abnegazione e la loro professionalità in questa fase di campionato assolutamente latenti? Se lo faranno probabilmente assisteremo ad un finale diverso da quello ormai scontato di un noioso film già troppe volte male interpretato.