Con l’inizio dell’anno scolastico, arrivano le prime mobilitazioni degli studenti a Palermo. Questa mattina sono comparsi alcuni striscioni in diversi istituti della città, che rimandano al primo corteo studentesco previsto per venerdì 4 ottobre, per il diritto allo studio, il diritto a restare in Sicilia e contro il nuovo Ddl Sicurezza del Governo Meloni. L’appuntamento, lanciato dal coordinamento Studenti Palermitani, è alle ore 9 a piazza Verdi.
«Diritto a restare. Diritto a manifestare», «il dissenso non si reprime», sono alcune delle frasi sugli striscioni, affissi in alcuni istituti, tra cui i licei Meli, Einstein, Catalano, Cassarà e i tecnici Nautico, Piazza, Pio La Torre, Marco Polo.
Qualche giorno fa, infatti, è stato approvato in prima lettura con 102 voti favorevoli il DDL sicurezza o DDL 1660, che inasprisce le pene in caso di rivolta nelle carceri o per chi occupa un’abitazione sfitta, nonché per chi blocca individualmente una strada o una ferrovia, soprattutto se l’azione viene commessa in modo collettivo.
«Si tratta di un disegno di legge volto a soffocare in maniera preventiva e non, qualunque forma di dissenso – afferma Fiamma Bellia del liceo Meli -. Di fatto, tale DDL colpisce duramente chiunque manifesti in piazza, per strada, occupi una casa disabitata o si ribelli in carcere e persino chi, individualmente o collettivamente, sceglie forme di protesta pacifica. Ci sembra una spietata limitazione dei diritti all’espressione e al dissentire, in linea con altri provvedimenti del Governo Meloni, divenuti il passe partout delle forze dell’ordine per insistere nella repressione e nella criminalizzazione di chi manifesta. È evidente che il ddl recentemente approvato sia sintomo di un esecutivo che preferisce zittire e soffocare il dissenso, anziché ascoltare i bisogni e le rivendicazioni espresse da chi protesta. Inaccettabile, soprattutto quando si tratta di studenti. Noi rispondiamo che l’unico Ddl sicurezza che vogliamo è quello per garantire tetti sicuri sopra le teste degli studenti».
Tra le rivendicazioni del corteo anche il contrasto all’emigrazione forzata, tema su cui – a detta dei giovani – i governi nazionale e regionale si stanno impegnando poco.
«Scenderemo in piazza anche contro l’emigrazione forzata dalla Sicilia – continua Fiamma -. Non possiamo accettare di essere costretti ad andare via per garantirci un futuro: bisogna invertire la rotta e costruire le condizioni, a partire dalle scuole e dai luoghi di lavoro, affinché la possibilità di restare diventi un’opzione concreta per noi giovani che vogliamo costruire una vita dignitosa nella nostra terra. Da sempre e in ogni angolo del mondo noi studenti siamo stati i protagonisti di grandi mobilitazioni e importanti cambiamenti. Non saranno certo nuove misure repressive a fermare la nostra lotta».