A fine partita Lucioni ha dichiarato che “il mister ha portato serenità scrollando di dosso le pressioni che ci sono in questa piazza”. Ci chiediamo quali pressioni condizionassero i giocatori del Palermo prima dell’arrivo di Mignani. Secondo Lucioni, infatti, in questa piazza esse sono tante.
Da parte di chi osserva si può affermare che invece anche laddove avrebbero meritato di giocare da soli i rosa hanno avuto sempre il sostegno dei loro tifosi. Barbera con la media spettatori più alta della intera cadetteria e settori ospiti perennemente sold out testimoniano di un affetto incondizionato che procura solo stimoli positivi, altro che pressioni.
Che Mignani abbia portato solidità e serenità è certamente vero e allora i problemi sono da ricercare altrove, non certamente nelle attese della piazza. Il nuovo tecnico sta operando una normalizzazione, questo è il termine più adatto, in una squadra che aveva orchestrali che suonavano ognuno il proprio spartito. Adesso si comincia a vedere un certo equilibrio, nulla di eclatante sia chiaro, ma una formazione che sta in campo con più senso.
Le distanze tra i reparti si sono accorciate e a giovarne è l’assetto difensivo. Anche contro il Parma qualche progresso si è notato. Maggiore propensione al pressing alto, minore giro palla nella propria mediana e continua ricerca della profondità sono gli aspetti che subito balzano agli occhi. Sono piccoli passi verso la ricerca di una qualità di gioco che si rivelerà più efficace rispetto al passato.
D’altra parte è impossibile sperare di raggiungere le prime quattro della classifica e quindi fa bene il tecnico ad operare a tappe verso il finale di stagione. I playoff sono praticamente un obiettivo raggiunto ma bisognerà giocarli. Cinque partite ancora ed il rodaggio sarà completato.
Il materiale umano non è inferiore alle avversarie da affrontare e dunque accompagniamo i rosanero nel cammino verso gli spareggi con la speranza di assistere, almeno in quella fase, ad un nuovo campionato, avvincente e vincente, senza alcuna pressione.
