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sabato, 7 Settembre 2024

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Palermo, da orgasmo multiplo a coito interrotto – LE PAGELLE

CalcioPalermo, da orgasmo multiplo a coito interrotto - LE PAGELLE

Due gol di vantaggio ed un uomo in più. Per come si era messa la gara dello Zini contro la Cremonese, per il Palermo aver pareggiato questa partita è come aver buttato nell’immondizia la schedina vincente del Superenalotto dopo averla controllata. “È inutile piangere sul latte macchiato”, direbbe Nino Frassica. Testa subito alla coriacea Ternana che – come subito detto da Eugenio Corini nel post partita e come ribadirà nell’usuale conferenza pre del prossimo turno – “è una squadra temibile, qualitativa, che sta disputando un buon campionato. Hanno delle individualità su cui dovremo impostare il nostro focus per consolidare il nostro percorso nel microobiettivo che ci vedrà tendenzialmente proiettati sul macroobiettivo.”

BRUNORI – RANOCCHIA: IL PALERMO HA VINTO!

Lo schema del Palermo ormai è chiaro: fare stancare gli avversari per poi stordirli con una mazzata nella noce del capocollo. Stavolta la mazzata del Palermo arriva prima della solita mezz’oretta in cui gli avversari sembrano sempre Godzilla contro delle formichine in maglia rosanero. Dopo appena 15 minuti, infatti, basta un tocchettino di mano segnalato dal VAR perché l’arbitro Massa conceda al Palermo calcio di rigore, espulsione di Sernicola, un set di pentole acciaio inox 18/10, un televisore 21 pollici a colori 99 canali con presa scart e televideo ed una mountain bike con cambio Shimano. Dal dischetto va Brunori, strafottendosene di precedenti su penalty poco edificanti, e spiazza Jungdal: Palermo avanti. La Cremonese di affida ai passi di tango del “Mudo” Vazquez, che danza sul pallone meglio di Miguel Angel Zotto, ma l’unica occasione grigiorossa arriva solo al 43° grazie ad un’uscita sfarfallante di Pigliacelli che Pickel non sfrutta. Gol sbagliato, gol subìto: Gomes traccia un filtrante per “Baracus” Diakitè, il laterale destro serve in area il “Principe” Ranocchia che di prima la butta dentro. È raddoppio Palermo, è estasi Palermo, è orgasmo Palermo.

CASTAGNETTI – CODA: IL PALERMO HA PAREGGIATO!

O quasi. Quello che sembrava orgasmo era, invece, solo un coito interrotto. La Cremonese torna in campo con il sangue negli occhi ed il coltello fra i denti. Il Palermo, invece, trotterella come fosse un qualsiasi sabato sera in zona Champagneria. Ed infatti i grigiorossi, nel giro di due minuti, prima accorciano con Castagnetti e poi pareggiano con Coda. I rosanero invitano più volte l’arbitro Massa a contare i grigiorossi in campo perché la superiorità numerica rosanero non si vede proprio, ma l’arbitro fa cenno che è tutto ok. Con la prima sostituzione Corini stupisce tutti: cambio Insigne – Di Mariano, una mossa tattica imprevista ed imprevedibile che si rivelerà decisiva (in favore della Cremonese). Ma soprattutto è la sostituzione di Ranocchia con Soleri che fa scattare la standing ovation (da parte dei tifosi della Cremonese). Non fosse per un tiro del “piccolo Arnold” Traorè, che con un destro quasi al novantesimo mette paura alla squadra di Stroppa, tanto fumo e poco arrosto quello creato dai rosanero con un uomo in più per tutta la ripresa. Fischio finale, due sole parole: che peccato!

LE PAGELLE

Pigliacelli 6. Dopo un periodo piuttosto tranquillo, gli ritorna la sciatalgia a furia di raccogliere palloni dalla porta. A caccia di farfalle in occasione di alcune uscite, non ha colpe specifiche sui gol.

Diakitè 7. Nel primo tempo, Baracus cavalca sulla destra come Varenne al Grand Prix d’Amerique. Nel secondo si preoccupa di contenere lo strapotere grigiorosso.

Nedelcearu 6. Nel primo tempo contiene la prima sfuriata lombarda, nel secondo si limita a guardare un’area rosanero diventata un sambodromo.

Ceccaroni 6. Come il collega di reparto, tiene botta e non ha responsabilità sui gol della Cremonese.

Aurelio 5. Buona l’azione di spinta nella prima frazione. Nella seconda è il simbolo di un Palermo già sul pullman di ritorno. Nell’occasione del pari lombardo, inoltre, prima di insaccare viene bevuto da Coda come uno Spritz in Via La Lumia.

Segre 5,5. Da un suo colpo di testa il rigore e l’espulsione che portano avanti i rosa. Però non riesce mai ad entrare nel vivo del gioco, quest’oggi.

Gomes 6,5. Una corazzata nel corso dei primi quarantacinque minuti (con tanto di verticalizzazione in occasione del secondo gol), una zatterina fatta con gli stuzzicadenti nel pieno di uno tsunami, nei secondi.

Dal 79° Coulibaly s.v.

Ranocchia 6,5. Il “Principe” appare e scompare dal match a suo piacimento facendo ammattire i grigiorossi e siglando il suo quarto gol di fila. Prende un cartellino giallo che – per chi lo dirige – equivale ad una sentenza di terzo grado e viene sostituito.

Dal 68° Soleri s.v. In superiorità numerica e per oltre venti minuti non viene mai servito.

Di Mariano 6. Ok, non sarà il “10” delle meraviglie che il gioco del calcio ci impone debba essere, ma il lavoro sporco che svolge quando c’è da rinculare è assolutamente lodevole.

Dal 57° Insigne 5. Per il fratello di Insigne un tiro appena entrato e nient’altro da segnalare. Ha sul match lo stesso peso specifico di Fratoianni sul centrosinistra.

Di Francesco 5,5. Anche quando i rosa sono nella versione top è un po’ fuori dalla manovra. Figuriamoci quando il pallino passa fra i piedi della Cremonese.

Dal 79° Traorè 6. Fa più il “piccolo Arnold” in dieci minuti che tanti suoi compagni in quarantacinque. Piace l’intraprendenza: non ci sorprenderebbe una sua scalata nella gerarchia delle scelte.

Brunori 6,5. “Mago Brunorigueño” sigla un rigore pesante quanto tutta la Lombardia e passa l’intera prima frazione a sgusciare fra i difensori della Cremonese come un’anguilla oleata. Dopodichè non riceve un pallone, dicasi uno.

Dal 79° Mancuso s.v. Ha una delle poche occasioni del finale di partita, ma sarà altro quello che verrà raccontato ai posteri rispetto a questa partita.

Corini 5. I suoi lo abbandonano a fine primo tempo e le mosse proposte per cercare di riprendere in mano il match non sono altro che la brutta copia della brutta copia della copia di tante altre situazioni viste e riviste nelle 64 partite della sua gestione. A volte va bene, a volte meno. Stavolta meno. Meno meno. Meno meno meno.

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