domenica, 23 Novembre 2025
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La parabola della carriera in rosa del centrocampista dell'Entella la metafora di questo ulteriore anno in Serie B del Palermo

Palermo, ora è chiaro: è sindrome da Benali – LE PAGELLE

Oh, picciò, ma quant’è bello quando c’è la sosta del campionato? Dai, onestamente, quant’è bello quando ci possiamo accoffolare sul divano per vedere senza pretese big match tipo Andorra – Macedonia, Kosovo – Gibilterra, Uzbekistan – San Marino? E invece no! Per forza bisogna fare ricominciare tutti i campionati nazionali, compreso la Serie B.

E allora ci tocca tuffarci in una sfavillante Virtus Entella – Palermo. Un condensato delle categorie calcistiche toccate dai rosanero negli ultimi dieci anni. Ci sono, per esempio, le immagini TV che assomigliano tanto a quelle provenienti da Biancavilla o San Tommaso nel corso del mitico campionato di Serie D e c’è San Ivanmarconi da Brescia che con una rovesciata ha consentito all’allora squadra di Baldini di trionfare in Serie C. Ma c’è anche il risultato finale di 1 a 1, che ci ricorda perché questo Palermo tutto marketing-merchandising-happening stia mediocremente conducendo il suo quarto campionato in serie B, e soprattutto c’è Ahmed Benali, il calciatore tesserato dal Palermo per disputare la Serie A 2015/2016 e subito rimandato in cadetteria, al Pescara. Ecco, Benali è proprio la metafora di questo Palermo: una squadra che per qualche settimana accarezza e guarda il massimo campionato salvo poi immediatamente fare un bruschissimo ritorno alla realtà. Una realtà fatta di pareggi a Chiavari e sconfitte a Castellammare di Stabia. Ma lui, Benali, l’anno successivo c’è arrivato in Serie A. Il Palermo, chissà…

IL PRIMO TEMPO

Nel primo tempo è il Palermo a fare la partita, ma dalle parti del portiere avversario la squadra di Inzaghi – a parte un palo colpito da Augello – è feroce come un criceto sazio. I liguri se ne stanno buoni buonini e senza capire né come né perché si ritrovano a chiudere il primo tempo in vantaggio. A siglare il gol dell’Entella è Tiritiello, difensore per mestiere, bomber per passione. Il centrale biancoceleste è, infatti, al suo sesto gol stagionale: uno in più di Pohjanpalo (che arriverà a cinque proprio al Sannazzari) e tre in più della somma delle reti siglate da Brunori, Le Douaron e Corona. Insomma, quando d’estate ci sbizzarriamo a dare giudizi sulla “forza di fuoco” di una squadra è praticamente come sputare in aria: tutto torna, eccome se torna. Un minuto di recupero e ciao ciao primo tempo.

IL SECONDO TEMPO

Si torna in campo con Bereszynski al posto di Diakitè, ma non cambia il cannavazzo tecnico-tattico della partita. Ma, come dice un vecchio proverbio cinese del 200 a.C., “Tiritiello toglie, Tiritiello dà”. Nell’attesa di trovare la fonte di un aforisma così prezioso, il centrale ligure, livornese di nascita e dal cognome palesemente campano, scambia Palumbo per un proprio compagno e gli regala un pallone che il cinque rosanero subito smista a Joel-seirimastosolo (a proposito, ciao Ornella!) che torna al gol dopo un ramadan di quasi cinquanta giorni.

A questo punto inizia un pingpong di azioni pericolose da entrambe le parti. Arrivano notizie da Chiavari che ancora adesso la traversa della porta di Joronen stia tremando per colpa di una conclusione di Franzoni. Probabilmente solo leggende, come il proverbio di Tiritiello. Quello che, invece, passerà alla storia è il risultato finale. Non per la sua importanza, solo a fini statistici: il Palermo porta a casa un punticino piccolo piccolo. Come curare la polmonite con un brodino.

LE PAGELLE

Joronen 6. Sì, salva il risultato deviando sulla traversa un tiro di Franzoni, ma sul gol dell’Entella ha i tempi di reazione di un phascolarctos cinereus.

Pierozzi 5. Torna braccetto e non è un bell’effetto. Poi va sulla fascia, ma impronta non lascia. Poesia a parte, giornata da cancellare.

Bani 6. Fascia da capitano, piglio da leader, puntualità negli interventi. Se Santa Rosalia si concentra, sta tornando Banieunbauer.

Ceccaroni 6. Dalle sue parti arrivano a frotte. Il buon Cecca se la smazza con mestiere.

Diakitè 5,5. Tanta corsa ma ‘a matula. Non ne azzecca una nemmeno per sbaglio e resta negli spogliatoi a fine primo tempo.

Dal 46° Bereszynski 6,5. Intraprendente, deciso, fresco. Non puntare sulla forza del polacco è un atto di puro autolesionismo.

Vasic 6,5. Migliore in campo, per il Palermo. Nell’attesa di aspettare che il cigno si trasformi in Odette, speriamo di non perdere troppo terreno rispetto a chi ci precede.

Dal 69° Segre 5,5. Non entra mai in partita, ma la partita non l’aiuta.

Blin 5. Anche per causa sua il centrocampo rosanero è come le vecchie sigarette Nazionali Esportazione: senza filtro.

Dal 77° Giovane s.v.

Palumbo 6,5. Quando gioca con sufficienza fa fare il sangue, acqua. Ma gli basta poco per far cantare il mancino. È lui a recuperare il pallone ed a trasformarlo in oro per Pohjanpalo. Re Mida.

Augello 5. Prende un palo di testa, di certo non il pezzo forte della sua collezione. Per il resto, zero assist, zero cross decenti, coperture approssimative. Ah, si perde Tiritiello in occasione del gol ligure. Sciocchezze.

Le Douaron 5. “Il fantasma di Brest” gioca un’altra partita che nessuno ricorderà mai. A tratti ricorda il peggior Trajkovski nelle sue peggiori giornate.

Dal 77° Corona s.v.

Pohjanpalo 7. Freddo nell’occasione più facile del match, pronto nelle altre situazioni che gli passare per i piedi e per la testa. Dimostra – se ce fosse stato bisogno – di essere un attaccante e non una sponda da biliardo.

Inzaghi 5. “Ci dispiace per la nostra gente, dobbiamo lavorare, dobbiamo guardarci negli occhi, tutte le partite di Serie B sono difficili”. Houston, abbiamo un problema: SuperPippo si sta avviluppando nel campionario di frasi fatte che sentiamo come un disco rotto da ormai quattro anni. Dispiace anche a noi, mister, ma la luna di miele è finita.

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