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venerdì, 18 Ottobre 2024

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Palermo, nessuna truffa all’Asp: dopo 8 anni assolto un medico palermitano

CronacaPalermo, nessuna truffa all'Asp: dopo 8 anni assolto un medico palermitano

Carmelo Geraci era accusato di essere entrato in possesso di una password dell'Asp e di aver così ottenuto illegalmente 547 pazienti di un collega andato in pensione

Dopo un lungo processo durato otto anni, il medico di base 49enne Carmelo Geraci è stato assolto dall’accusa di aver acquisito illegalmente 547 pazienti al suo collega andato in pensione. Il medico prese il suo posto ma dopo poco arrivó l’accusa di aver ottenuto le credenziali informatiche in maniera non legale e di aver truffato l’Asp per incassare 28 mila euro. Dopo anni di ansie per il giovane medico, tutto ció che era stato costruito, peró, non ha retto in tribunale. La sentenza di assoluzione piena è stata emessa dal giudice Fabrizio Molinari, confermando la difesa condotta dagli avvocati Claudio Gallina Montana e Valeria Minà.

Non è stato previsto alcun risarcimento danni per le parti civili coinvolte, tra cui l’Asp di Palermo e il dirigente Giuseppe Termini, quest’ultimo in possesso della password che si presumeva fosse stata trafugata per accedere al sistema informatico.

I fatti risalgono al 2015, quando il medico di base era stato obbligato a restituire 28 mila euro, equivalente al suo stipendio, per i pazienti coinvolti. L’accusa per Geraci partì da Antonio Candela, che all’epoca dei fatti era direttore generale dell’Asp 6 di Palermo. il dirigente fu condannato successivamente in primo grado per un’altra questione riguardante un giro di tangenti per oltre 600 milioni di euro nell’ambito dell’operazione “sorella sanità” condotta dalla Guardia di Finanza.

Nel corso del processo, la difesa è riuscita a dimostrare la correttezza delle azioni di Geraci, evidenziando che i pazienti avevano scelto volontariamente di essere assistiti da lui, dopo che aveva preso il posto del medico in pensione, presso cui aveva lavorato. Durante il dibattimento è stato dimostrato che tutti i pazienti avevano sottoscritto regolari deleghe depositate già nel 2015 all’Asp.

L’accusa sostenuta, ovvero che Geraci avesse memorizzato illegalmente il numero della password per accedere al sistema durante la sua permanenza negli uffici dell’azienda sanitaria, è dunque risultata infondata.

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