Palermo e la Sicilia tutta piangono la scomparsa di Salvo Vitale, professore, poeta, scrittore e instancabile militante antimafia. Una vita dedicata alla memoria, alla verità e all’impegno civile, nel segno di una fratellanza che ha superato ogni orizzonte temporale.
Vitale fu molto più di un insegnante: al fianco di Peppino Impastato, fondò Radio Aut, la radio libera che scosse le coscienze della Sicilia e sfidò l’arroganza mafiosa con satira, ironia e coraggio. Fu lì, tra i microfoni “della controinformazione”, che decise che la voce di Peppino non sarebbe mai venuta meno, neanche dopo la sua tragica morte lungo la ferrovia, avvenuta il 9 maggio 1978: Vitale trasformò il dolore in impegno, la memoria in lotta.
In ogni scuola, piazza, libro o trasmissione, Vitale fece rivivere il ricordo di Peppino, raccontando agli studenti e ai giovani che pensare è un atto rivoluzionario e che la libertà, pur costosa, è l’unico prezzo da pagare. Ogni sua parola era insieme carezza all’amico perduto e pugno al volto della mafia.
Compiuti 82 anni il 16 agosto, per tutta la vita Vitale ha incarnato quella rara coerenza che non si piega. A Terrasini, Cinisi e Partinico – dove insegnò per decenni – il suo impegno lo rese luminoso punto di riferimento culturale e civile. Scrittore prolifico, ha lasciato opere memorabili come Nel cuore dei coralli, da cui è nato il film I cento passi, e numerose poesie per ricordare Peppino e celebrare la lotta contro le ingiustizie.
Un esempio di resistenza che non ha conosciuto cedimenti, nemmeno dopo gli anni dell’attivismo giovanile. Sempre presente in contesti pubblici, in libri, su Telejato – dove combatteva ancora l’ombra della mafia – e nelle menti delle generazioni che ha contribuito a formare.
Nel silenzio di oggi, resta una certezza: la voce di Peppino non è mai scomparsa perché Salvo l’ha continuata a far parlare per tutti noi. Ora quel fuoco è nelle nostre mani, affidato alla responsabilità di chi crede nella memoria viva e nella verità che resiste.