La polizia sta indagando e al momento non trapela nulla, ma sembra quasi certo che Angelo Onorato, 54 anni, architetto e proprietario dell’azienda Casa di viale Strasburgo sia stato ucciso. Dalle testimonianze di chi lo ha soccorso e dallo scenario che si è presentato agli inquirenti, appare parecchio improbabile che l’imprenditore si sia suicidato.
Un testimone ha raccontato di essersi fermato, attirato dalle urla di due donne. Erano la moglie, l’europarlamentare della Dc Francesca Donato, e la figlia Carolina, giunte sul posto grazie al gps. Non avevano notizie dell’imprenditore dalle 11 circa e alle 15 hanno deciso di andarlo a cercare. Giunte sulla bretella di viale Regione Siciliana, in direzione Trapani, hanno riconosciuto la Range Rover. All’interno dell’abitacolo, al posto di guida, c’era il corpo privo di vita di Angelo Onorato.
Il testimone racconta che il 54enne aveva ancora la cintura di sicurezza. Stretta al collo dell’uomo c’era una grossa fascetta da elettricista e la camicia era macchiata di sangue, probabilmente fuoriuscito da una ferita al collo. Poi una strana circostanza: le scarpe di Onorato erano indossate male. Il contrafforte di entrambe le calzature era piegato sotto i talloni. Probabile che durante la morte, avvenuta per soffocamento, l’architetto abbia agitato i piedi e che ció abbia provocato la fuoriuscita dei talloni dalle scarpe.
Il probabile omicidio è avvenuto tra le 11 e le 15. Pare che la vittima, circostanza raccontata dalla moglie, avesse un appuntamento con qualcuno di Capaci. Quattro ore di vuoto da ricostruire. La polizia, che sta indagando sul fatto di cronaca, ha richiesto le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. La scientifica si sta concentrando sul corpo della vittima ma anche sull’automobile. In particolare sulla parte posteriore del Suv. Si cercano tracce e impronte digitali sui sedili, sulle portiere e sui vetri. Sembra che lo sportello posteriore, lato passeggero, al momento dell’arrivo delle due donne fosse aperto. L’ipotesi che prende campo, dunque, è che qualcuno possa aver sorpreso Onorato da dietro. A questo punto appare verosimile che un ipotetico assassino non fosse solo, ma che qualcun altro sì trovasse nel sedile anteriore del passeggero. Due o tre persone che erano in auto con Onorato, tanto che l’imprenditore, come detto, aveva ancora la cintura agganciata, segno che fino a poco prima di morire aveva guidato. Perché si è fermato? Chi c’era in auto con lui e perché l’imprenditore li ha fatti salire nella sua auto? Dove si stavano recando? Di certo chi lo ha ucciso, se di omicidio si è trattato, aveva già premeditato che finisse così, infatti aveva con sé l’arma del delitto, ovvero la grossa fascetta.
Sul luogo del ritrovamento del cadavere è intervenuto il procuratore aggiunto Ennio Petrigni, che coordina le indagini condotte dalla squadra mobile diretta da Marco Basile.
Il movente dell’omicidio potrebbe essere riconducibile a debiti, con individui dediti al malaffare e allo strozzinaggio, a cui l’imprenditore non riusciva a far fronte. La moglie, al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine sul luogo del decesso, avrebbe detto: “Lo hanno ucciso”. E non è l’unica a pensarlo. Amici e dipendenti raccontano di un uomo sereno e allegro, che mai aveva dato segnali di depressione. Il suo factotum, Giacomo Grilletto, che per anni è stato anche autista della moglie, lo aveva visto alle 11 di mattina e alla redazione di QdP ha dichiarato di aver visto il solito Onorato. Nulla che lasciasse pensare ad un estremo gesto.