Ancora una volta, il giornalismo d’inchiesta si trova nel mirino delle minacce. Il giornalista Salvo Palazzolo, cronista di punta de La Repubblica, è stato oggetto di nuove intimidazioni, costringendo le autorità a rafforzare le misure di vigilanza a sua protezione.
“Esprimo il mio sostegno al lavoro di Salvo Palazzolo, giornalista del quotidiano La Repubblica – ha detto il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici -. Martedì la commissione Antimafia all’Ars lo ascolterà per manifestare la sua solidarietà rispetto alle minacce subite e per fare il punto sulle scarcerazioni dei boss mafiosi”.
“Sono vicino a Salvo Palazzolo, giornalista della redazione palermitana di Repubblica, che da sempre conduce inchieste sulla criminalità organizzata – scrive il deputato regionale Ismaele La Vardera in una nota -. Il lavoro che ogni giorno svolge è un faro di speranza e, per questo motivo, alla malavita non va bene. Oggi la nostra terra è piena di boss mafiosi ancora a piede libero, mentre gente come Palazzolo, per assurdo, è costretta a vivere con la vigilanza. Bisogna che le istituzioni, noi politici e le associazioni di categoria, facciamo una grande riflessione. La nostra è una terra che gira al contrario, dove se lotti per la giustizia spesso paghi con la libertaà. Sono sicuro che Salvo Palazzolo non si farà scoraggiare – conclude il politico – e che continuerà, a testa alta, il suo lavoro come ha sempre fatto”.
Anche la, Figec Cisal Palermo ha prontamente espresso preoccupazione per l’accaduto, ribadendo la propria solidarietà e vicinanza al cronista. “Palazzolo è uno dei giornalisti più impegnati nel raccontare il nuovo volto della mafia”, si legge in una nota della Federazione giornalismo editoria e comunicazione. Un impegno che, sottolinea la Figec, lo porta a scavare a fondo nelle vicende più complesse, senza lasciarsi scoraggiare dalle intimidazioni che, già in passato, sono arrivate da parte di boss infastiditi dalle sue inchieste.
Il lavoro di Salvo Palazzolo, infatti, si distingue per la “capacità di offrire chiavi di lettura innovative, contribuendo a stimolare analisi e riflessioni fondamentali su una città, Palermo, che lotta per lasciarsi alle spalle il peso di un passato segnato dalla violenza e dal dominio mafioso”. Tuttavia, i segnali che emergono negli ultimi tempi alimentano il timore di un possibile ritorno a quel “passato buio” che molti speravano fosse ormai superato. Le intimidazioni ricevute dal giornalista rappresentano un chiaro segnale del valore e dell’efficacia del suo lavoro.