Palermo, la rivoluzione secondo Corini

L'allenatore rosanero vuole dare continuità al pareggio di Terni

259
CORINI CONVOCATI

Conferenza pre-Catanzaro pregna di spunti sui quali riflettere quella dell’allenatore del Palermo, Eugenio Corini. Un passaggio fondamentale della stessa è stato quando l’allenatore bresciano ha finalmente svelato il motivo per il quale la proprietà non lo abbia esonerato nonostante la clamorosa emorragia di risultati. Clamorosa, ovviamente, perchè parliamo di una squadra costruita per vincere o comunque per vivere una stagione da protagonista. Stop alle asticelle, stop ai consolidamenti, almeno secondo le parole estive dell’amministratore delegato, Giovanni Gardini.

“Tante volte – e soprattutto a Palermo – siete stati abituati nel tempo che nel giro di qualche partita che non andava bene l’allenatore veniva cambiato” ha detto mister Corini in conferenza. “Questa è una rivoluzione culturale rispetto alle abitudini che tendenzialmente e generalmente ci sono in Italia e magari a Palermo, soprattutto negli ultimi quindici anni, c’è stata di più rispetto ad altre situazioni.”

Una rivoluzione culturale: eccolo, quindi, il motivo per il quale la proprietà si è mostrata sorda, muta e cieca di fronte ad una contestazione di proporzioni storiche. Mai il Barbera – soprattutto nel periodo storico a cui fa riferimento l’attuale tecnico rosanero in conferenza stampa – aveva gridato all’unisono all’allenatore in carica di andarsene. Neanche nei tempi più bui nei quali ci si avviava verso scontate retrocessioni in cadetteria o si fallivano promozioni last minute in massima serie. Mai! Con Corini questo step, per dirla come la direbbe lui, è stato oltrepassato.

Non sappiamo se anche questo facesse parte del percorso, ma forse ha ragione lui. Basta con questi esoneri, basta con questi avvicendamenti in panchina. Che importa se, in fondo, oggi il Palermo si ritrova in serie B proprio grazie all’illuminata intuizione di dare il benservito a Giacomo Filippi e consegnare le chiavi della squadra a Silvio Baldini

Ah, un piccolo “nota bene”: la scorsa stagione, due delle tre promosse in serie A (Genoa e Cagliari) hanno trovato la giusta inerzia (sempre per usare termini coriniani) congedando Blessin e Liverani ed affidando le panchine a Gilardino e Ranieri. Genoani e cagliaritani si godano pure il loro campionato nel massimo torneo nazionale: qui si fa ben altro, qui si fa la rivoluzione!