Palermo, la comunicazione è un’isola deserta: tutti arroccati a “Torretta”

Tra silenzi, monologhi e assenze, la strategia comunicativa del club rosanero lascia perplessi e alimenta la frustrazione della piazza

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Lo ammettiamo, siamo nelle stesse condizioni di un naufrago che su un’isola deserta scrive “Help” sulla sabbia sperando che dall’alto qualcuno lo veda. Per l’ennesima volta in tre stagioni non riusciamo a capire la strategia comunicativa del Palermo Fc e brancoliamo nel buio dei comunicati stampa e paradossali autointerviste.

Al termine di Palermo – Bari si è presentato in sala stampa il solo D.S. Morgan De Sanctis, facendo – a suo dire – un bilancio del girone d’andata della squadra rosanero. Come se ci fosse stata la necessità di apporre un sigillo societario su quello che è stata finora la stagione della squadra allenata da Dionisi: un fallimento sportivo. Avrebbe avuto un senso, però, che a parlare dopo la gara con i pugliesi fosse stato “anche” De Sanctis, non “solo” De Sanctis. Ha stupito e non poco non poter discutere tecnicamente con l’allenatore in merito alla prestazione del Palermo. Ma tant’è.

I più ottimisti avevano visto nella discesa in campo del Direttore Sportivo un nuovo modo di gestire i rapporti con la stampa. Non più il solito allenatore parafulmini ma anche – e finalmente! – la “cavalleria pesante” che si stava muovendo in soccorso del suo alfiere. Sì, buonanotte.

In vista del match contro il Cittadella, invece, il nulla. Nessuna conferenza stampa. Nè allenatore, né DS, né AD, né qualsiasi altra sigla o acronimo esistente sulla terra. Fatevi e facciamoci bastare uno dei tanti soliloqui mandati online dal sito del Palermo. A parlare è Dionisi, ma avrebbe potuto essere anche Pasquale il magazziniere (con il massimo del rispetto per entrambi). Il punto è che la qualità delle risposte, spesso, è frutto della qualità delle domande e – va da sé – che senza contraddittorio non c’è trippa per gatti.

Il Palermo Fc, come tutte le società professionistiche, ha una sua politica circa i rapporti con la stampa. Una politica fatta da regole ferree sulle quali nessuno, giustamente, ha potere di interferire e che i media sono tenuti a rispettare. Sarebbe bello, però, che nell’ambito di questa codificazione, ci fosse un piccolo trafiletto a proposito del diritto di cronaca. Perché in un momento in cui la piazza sente il bisogno di un contatto speranzoso con la società, arroccarsi nella propria torre, anzi Torretta, d’avorio non fa il bene di nessuno.