Scoppia il caso nel quartiere Bandita di Palermo. Il Comitato “Bandita – Costa Sud Palermo” e oltre quaranta residenti della borgata marinara hanno deciso di impugnare la delibera consiliare con cui il Comune di Palermo ha rigettato, senza alcuna motivazione, le osservazioni presentate al progetto di riqualificazione del lungomare. Un progetto che, nelle intenzioni, dovrebbe rappresentare il rilancio di un tratto di costa dimenticato, ma che per i cittadini rischia di trasformarsi in un’opera calata dall’alto, con gravi ripercussioni sul tessuto abitativo e sociale della zona.
L’azione legale, affidata all’avvocato amministrativista Santo Botta, arriva dopo mesi di dialogo tra i residenti, i tecnici comunali e i progettisti del piano. “Siamo delusi e indignati – dichiara Antonio Tomaselli, portavoce del Comitato –. Dopo un confronto costruttivo e il parere favorevole della Circoscrizione, il Consiglio comunale ha bocciato tutto, senza spiegazioni. Questo è un affronto al principio di partecipazione democratica”.
Il progetto – approvato con la Delibera C.C. n. 236/2024 – prevede interventi importanti: l’allargamento di via Messina Marine, un nuovo parco pubblico, piste ciclabili, spazi pedonali e un parcheggio. Ma è proprio su alcuni dettagli che si è aperto lo scontro. I residenti avevano avanzato due proposte puntuali: spostare leggermente l’area verde verso il mare per evitare demolizioni invasive e ridisegnare la viabilità per evitare la duplicazione delle piste ciclabili, recuperando spazi per i parcheggi.
Le richieste erano state parzialmente accolte dagli uffici e dai progettisti, che avevano proposto modifiche al tracciato e ai volumi delle demolizioni. Tuttavia, nella seduta del 26 marzo scorso, il Consiglio Comunale ha respinto ogni osservazione con un emendamento, lasciando di fatto intatto il progetto originario. Un dietrofront che ha spiazzato i residenti.
“Non siamo contro la riqualificazione della Costa Sud, che attendiamo da decenni – sottolineano i residenti –. Ma non possiamo accettare interventi che ignorino le criticità del territorio. Non siamo i difensori dell’abusivismo, come qualcuno ha insinuato: vogliamo semplicemente un progetto che tenga conto della realtà esistente, che non crei danni alle abitazioni e che risolva problemi annosi come la carenza di parcheggi e l’accessibilità per gli anziani e i disabili”.
Il legale dei cittadini, l’avvocato Botta, ha già annunciato ricorso al TAR. “La delibera è viziata per mancanza assoluta di motivazione – spiega –. Chiederemo che venga ristabilito un dialogo corretto tra cittadini e istituzioni. Le scelte urbanistiche non possono essere arbitrarie, devono essere motivate e condivise”.
Ora la parola passa alla giustizia amministrativa. Ma al di là della battaglia legale, la vicenda riaccende i riflettori sul tema della partecipazione civica nella trasformazione urbanistica di Palermo. La sfida non è solo costruire piste ciclabili e parchi: è farlo con e per le comunità che quei luoghi li abitano ogni giorno. E alla Bandita, la battaglia per il lungomare è appena cominciata.