Un’ora o poco più di conferenza stampa di presentazione allo Stadio Renzo Barbera. È arrivato il ds Carlo Osti a Palermo per sostituire Morgan De Sanctis e oggi in sala stampa lui e il direttore generale Giovanni Gardini hanno dovuto rispondere alle domande dei giornalisti. Durante il confronto, anche se certe cose non sono state dette apertamente, perché, come ha affermato Gardini, “i panni sporchi si lavano in famiglia”, è sembrato abbastanza chiaro che l’atmosfera nello spogliatoio del Palermo, in questi mesi, doveva essere proprio incandescente.
“La motivazione che ci ha portato qui – ha detto il dirigente – è che la direzione sportiva è andata in difficoltà nei momenti difficili, senza riuscire a supportare nella risoluzione di problemi. Non ci sono colpevoli o capri espiatori. Siamo qui per prendere decisioni per il bene del Palermo, che pensiamo possa essere protagonista della Serie B.
Nessuno vuole trovare il capro espiatorio, ma a questo punto è più che chiaro che il problema fosse De Sanctis o perlomeno che fosse uno dei problemi. Anche perché, altrimenti, sarebbe ancora al suo posto.
Per avere una conferma ulteriore basta riflettere sulle parole di Carlo Osti sulla vicenda Brunori. Gira attorno alla questione il Ds, ma il succo è quello: l’attaccante rosanero aveva perso le motivazioni, adesso è motivato. Il nuovo Ds ha avuto un confronto a 4 occhi con Osti e a quanto pare il giocatore tornerà a fare il “capitano”, non solo sulla carta. Se due più due fa ancora quattro, il suo problema era colui che è andato via. Restano alcuni interrogativi (ma i panni sporchi si lavano in famiglia e non avremo mai una risposta sulla vicenda), ovvero: da cosa partivano certe scelte incomprensibili di Dionisi nei confronti dell’attaccante, che a volte hanno ricordato il caso Spalletti-Totti (con le dovute proporzioni)? Era De Sanctis a non volerlo in campo? Dionisi ha dovuto accettare suo malgrado un’imposizione dall’alto o era d’accordo con l’esclusione? Cosa è cambiato adesso?
A quanto pare, a detta di Gardini e di Osti, la squadra è al 100% con l’allenatore e in questi giorni si è allenata benissimo. “Non abbiamo cambiato l’allenatore – dice l’amministratore delegato – perché abbiamo notato che la squadra segue Dionisi e non ha mai giocato contro di lui. Il tecnico è bravo, capace e sente la maglia addosso, è convinto di poter uscire da questa situazione negativa”.
Alla luce della classifica attuale, però, cambia un po’ l’obiettivo del Palermo dichiarato ad inizio stagione e le parole contano quasi nulla. Bsognerà cominciare ad inanellare una serie di vittorie, cercando di risalire la classifica. Per il piazzamento in classifica poi si vedrà, perché la stagione ormai è fortemente compromessa. Questo, Gardini e il suo nuovo veterano dipendente lo sanno bene, anche se il Dg non vuole sentire parlare di fallimento. “Non siamo competitivi per l’obiettivo di inizio stagione, lo dico onestamente, ma possiamo tornare a essere competitivi, dobbiamo essere un tutt’uno e così uscire da questa posizione”.
Ad Osti è stato dato mandato di puntellare la squadra. Lui proporrà e il City valuterà se l’operazione è conveniente o no. Ma una cosa Gardini la dice chiaramente: “Ogni anno di B per i soci è una perdita. E nessuno vuole perdere”. È una buona notizia. Ma da adesso in poi bisognerà fare le cose per bene, concentrandosi forse un po’ meno sul “business” e un po’ di più sul calcio giocato, scegliendo uomini giusti e preparati, ma soprattutto in grado di tenere compatto lo spogliatoio, anche quando tutto va male. Carlo Osti sembra uno ok. Staremo a vedere.