domenica, 31 Agosto 2025
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Un primo tempo da vecchi fantasmi, una ripresa di carattere: il pari con il Frosinone rafforza le ambizioni rosanero

Palermo dai due volti col Frosinone e un pareggio “umile” che vale oro

Giano bifronte è l’antica divinità romana raffigurata con due volti, uno che guarda al passato e l’altro al futuro. Il Palermo visto ieri al Barbera ci somiglia molto. Ha giocato un primo tempo simile a quello delle scorse stagioni, incapace di costruire e passivo nel subire le iniziative degli avversari. Nella ripresa, invece, ha cambiato pelle: più volitivo e determinato, ha concesso meno e creato di più.

Una squadra ancora in fase di rodaggio – e c’era da aspettarselo – ha impattato con un Frosinone ben messo in campo da mister Alvini, riuscendo a pareggiare una gara che in altri tempi avrebbe probabilmente perso. I due legni colpiti nella ripresa hanno lasciato un po’ di rimpianto nei trentaduemila del Barbera, ma ad essere onesti una vittoria sarebbe stata un grande regalo della sorte.

C’è poco da spiegare sul perché la prestazione non sia stata all’altezza di quella di una settimana fa. Ci sono giocatori che devono ancora calarsi nei nuovi ruoli pensati per loro da Inzaghi – Ranocchia e Giasy su tutti – e altri che devono trovare una condizione fisica ideale, come Gomes e Brunori. Quel che è certo è che questa squadra ha già una sua identità: un carattere cucito su misura dal suo allenatore.

I rosa non si arrendono, anzi. Anche nei momenti più difficili provano a reagire, metabolizzando le negatività e cercando di trasformarle in punti di forza. È proprio questo aspetto a rassicurare: il Palermo è sicuramente tra le favorite per la vittoria finale. Lo è perché dispone di un organico di prim’ordine, perché sa cambiare l’inerzia delle gare e soprattutto perché possiede una dote fondamentale per affrontare un campionato lungo e complicato come la Serie B: l’umiltà.

Il pareggio di ieri non scalfisce le ambizioni rosanero, anzi, paradossalmente le rafforza. La sosta per le nazionali arriva a fagiolo: sarà l’occasione per completare una preparazione già soddisfacente e soprattutto per mettere nelle migliori condizioni alcuni giocatori arrivati a fine ritiro, se non addirittura dopo. Pensiamo a Palumbo, per citarne uno: il suo talento, intravisto a tratti in queste due partite, è necessario per questa squadra. Una delle migliori batterie d’attacco della cadetteria ha bisogno di qualcuno che la inneschi, e l’ex Modena è nelle intenzioni del tecnico rosanero l’arma ideale per non sparare a salve.

Guardiamo allora al volto di Giano rivolto al futuro: è il simbolo di speranza e cambiamento che il popolo rosanero aspetta e merita per la sua passione.


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