mercoledì, 29 Ottobre 2025
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I rosanero sono apparsi involuti e senza cartucce de sparare

Palermo, contro il Monza “tutto a posto!” (come avrebbe detto Sperandeo)

È un Palermo versione Halloween quello visto soccombere al Barbera contro il Monza (QUI per gli highlights). Niente “dolcetto o scherzetto?” per i ragazzi di Inzaghi. Nella zucca rosanero finiscono tre pere brianzole, che non saranno il massimo della cucina gourmet ma che avranno saziato oltre l’inverosimile i satolli tifosi biancorossi.

PRIMO TEMPO, SEGNA DANY MOTA: 0 A 1

Nel primo tempo leggenda narra che il Palermo abbia giocato bene per mezzora. Dalle parti del portiere del Monza, però, tutto si può dire tranne che vi sia stato sovraffolamento e l’estremo difensore biancorosso deve sporcarsi i guanti solo su due tiri che tiri non sono. Il resto delle conclusioni rosanero – beh, conclusioni è un parolone, lo so – sono dei missili terra aria che alcuni testimoni dicono si siano depositati al semaforo tra Piazza Don Bosco e via Imperatore Federico. La svolta al 39°: Obiang raccoglie un pallone trovato proprio all’altezza della buonanima del cinema Arlecchino e da lì effettua un lancio per lo sfrecciante Dany Mota. Il portoghese supera in blocco la difesa rosanero, il portiere Joronen, quattro fotografi, sei ghiacciolari e deposita in porta. Monza in vantaggio e Sacchi può fischiare la fine del primo tempo.

SECONDO TEMPO, IN GOL IZZO & AZZI. AMARISSIMI

Nessun ammonito, nessun cambio. Questo il diktat inzaghiano. Come se fosse tutto a posto. Prendendo in prestito le parole di Tony Sperandeo ne “Il 7 e l’8” di Ficarra & Picone, proprio tutto a posto non è. Ok, ok, l’attore palermitano l’ha detta diversamente. Accontentatevi. Neanche il tempo di capirci qualcosa che il Monza piazza la seconda biglia in buca d’angolo. Crossa Azzi, segna Izzo. “Troppe zeta”, parafrasando sempre il buon Sperandeo versione “Incastrati”.

A dirla con franchezza i veri incastrati sono i ragazzi di Inzaghi. Il tecnico prova a stravolgere il cannavazzo – ops, il canovaccio, pardon – tattico del Palermo con i cinque cambi, ma in campo l’elettroencefalogramma non fornisce variazioni significative. Probabilmente – ma è tutto da dimostrare – avranno causato un effetto farfalla, quel famoso fenomeno secondo cui un battito d’ali al Barbera può causare un uragano tra Caltavuturo e Cerda. Ma quante ne sanno questi scienziati? Finisce che i rosanero beccano anche il terzo, da Azzi. Amarissimi per il Palermo. In una serata in cui incomprensibilmente si canta “Rosanero sei l’amore vero” e poi si scende in campo con la terza maglia azzurrina dedicata a Mondello. Che poi, a pensarci, hanno fatto bene, perché con la squadra vista contro il Monza c’è da pensare che siamo a mare. Anche se, più che di un bagno fuori stagione, c’è forse bisogno di un bagno di umiltà. Per tutti.

LE PAGELLE DEL PALERMO

Joronen 6. Il portiere finlandese ha creato una nuova figura mitologica, il “ghedipo”. Ghepardo fra i pali, bradipo nelle uscite. Ed il voto è la media tra l’otto che merita stando sulla linea di porta ed il quattro che lo vede più che incerto quando si tratta di stare fuori dalla comfort zone dell’area piccola.

Pierozzi 4,5. Trasferito per esigenze di servizio nel pacchetto arretrato, si sono perse le tracce di quel pendolino toscano che arava le fasce del Barbera come i campi del Mugello. Tiene in campo Mota in occasione del vantaggio del Monza.

Peda 4,5. Le frecce biancorosse gli passano da tutti i lati. Conferisce al reparto la sicurezza di un provvedimento di zona rossa ai Chiavettieri.

Ceccaroni 6. Strappa la sufficienza per un intervento prodigioso nel primo tempo e perché prova a farsi vedere anche in fase offensiva. Il migliore del trio difensivo, quest’oggi.

Diakitè 6. Se si giocasse senza palla, Baracus sarebbe da Pallone d’Oro. Sopperisce con l’atletismo a mezzi tecnici non di prima fascia. Neanche di seconda, a dirla tutta.

Segre 5. Gira a vuoto come una planetaria senza ingredienti e si perde Izzo in occasione del raddoppio brianzolo.

Dal 64° Corona 6. Ha voglia, ci mette grinta ma non è decisivo in mischia. L’atteggiamento, però, è quello giusto.

Ranocchia 5. Non rischia mai la giocata in verticale. Si prende la scena solo quando c’è da battere un calcio piazzato o un corner. Una specie di Maradona del Subbuteo, praticamente.

Dal 77° Blin s.v.

Gomes 5. Ogni tanto lo vedi partire a testa bassa e ti viene da gridargli “Oh, guarda che il pallone l’hai perso. Dove vai?”. Smarrito.

Dal 55° Palumbo 5. Dovrebbe essere il valore aggiunto di questa squadra. Si prega di restare in attesa per non perdere la priorità acquisita. Call center.

Augello 4,5. Invecchieremo aspettando i famosi assist di Tommy Hilfigo? Alle prossime 28 giornate l’ardua sentenza.

Dal 77° Vasic s.v.

Le Douaron 4. Si cala perfettamente nel clima Halloween del Barbera indossando i panni del “Fantasma di Brest”. De Sanctis, se ci sei batti un colpo!

Dal 64° Brunori 5,5. Mezzora, fuori ruolo e sotto di due a zero. Salvate il soldato Matteo.

Pohjanpalo 4. Passo ciondolante da Champagneria al sabato sera, dinamicità di un termosifone in ghisa, non riceve un pallone neanche per sbaglio. È una zattera lasciata ad affrontare uno tsunami. Affondato.

Inzaghi 4. Non per i tre gol subiti che, per carità, hanno il peso che hanno. Ma per l’involuzione che progressivamente ha portato a queste prestazioni horror/thriller. Non vincere mai contro squadre con le stesse ambizioni del Palermo non è un campanello d’allarme, è una sirena che suona che a 360 decibel. Non vorremmo all’improvviso trovarci nuovamente impelagati in percorsi di consolidamento o in atteggiamenti prestativi. Voi lo volete?

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