La Polizia di Stato, con l’intervento congiunto della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa dello SCO, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha eseguito un’importante operazione contro la criminalità organizzata. È stata infatti emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gaetano Savoca, 57 anni, ritenuto gravemente indiziato di essere al vertice del mandamento mafioso di Brancaccio-Ciaculli, con compiti di direzione e coordinamento delle famiglie mafiose.
L’operazione si inserisce nella strategia di pressione costante contro l’area criminale di Ciaculli-Brancaccio, storico baluardo di Cosa Nostra. Quest’area è stata già al centro di un’importante azione lo scorso 3 marzo, che ha portato all’arresto di otto persone accusate di associazione mafiosa, estorsione aggravata, traffico di droga e detenzione illegale di armi.
Le recenti indagini hanno messo in luce l’influenza decisiva dell’indagato sul controllo delle attività illecite, con un particolare focus su estorsioni e traffico di stupefacenti. Attraverso incontri riservati con i sodali, l’uomo avrebbe impartito direttive sui metodi operativi, dimostrando una capacità organizzativa che lo colloca come figura centrale del mandamento.
Ruolo direttivo e gestione interna
Le investigazioni hanno evidenziato come il soggetto fosse determinante nella risoluzione dei conflitti interni al clan, dirimendo contrasti tra affiliati e garantendo il sostegno economico ai membri detenuti. Un altro aspetto rilevante emerso riguarda il condizionamento delle assunzioni presso una cooperativa attiva nei cantieri delle ferrovie, ulteriore testimonianza della pervasività mafiosa nel controllo del territorio.
Collegamento con altri fatti di sangue
L’arresto si collega a una serie di gravi fatti avvenuti a febbraio scorso, tra cui l’omicidio di Giancarlo Romano, uomo d’onore in ascesa nella famiglia mafiosa di Corso dei Mille, e il ferimento di Alessio Salvo Caruso.
Perquisizioni e nuovi sviluppi
Oltre all’arresto, l’operazione ha incluso numerose perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti indagati per ricettazione e riciclaggio. Tali attività mirano a disarticolare ulteriormente il tessuto mafioso, colpendo anche i canali economici che garantiscono il finanziamento delle attività illecite.