Aveva chiesto ad un suo dipendente chiarimenti su una spesa che lui riteneva poco trasparente. Per questo motivo è stato querelato. I protagonisti di questa vicenda, resa ancora più surreale dal fatto che il Tribunale di Palermo non abbia deciso di archiviare, sono l’ex vice presidente del club rosanero Tony Di Piazza e l’ex Amministratore delegato Rinaldo Sagramola. In una email inviata alla casella di posta elettronica del Palermo Fc, l’imprenditore italoamericano chiedeva nello specifico dettagli sulle operazioni Luperini e Somma, investimenti a suo modo di vedere sproporzionati rispetto a quello che secondo lui era il reale valore dei due giocatori.
La risposta di Sagramola è stata una querela per diffamazione. In data odierna Tony Di Piazza, difeso dall’avvocato marsalese Giacomo Frazzitta, è stato assolto in quanto il reato non sussiste. Per il giudice la richiesta di Di Piazza «non costituisce reato» di diffamazione, in quanto l’imprenditore italo-americano nella sua qualità di vicepresidente aveva il diritto di critica e quindi di informarsi sui dettagli di un’operazione di mercato per la quale erano stati utilizzati anche i suoi soldi. Il pubblico ministero aveva chiesto per Di Piazza una condanna a 400 euro di multa.
«Ringrazio l’avvocato Frazzitta per l’ottimo lavoro svolto – dichiara Tony Di Piazza – ma mi pare surreale che per aver adempiuto con attenzione al mio ruolo di amministratore di una società, e aver richiesto chiarimenti sulla gestione, ciò mi abbia causato di aver dovuto subire un processo penale che è durato tre anni. Mi auguro che anche l’altra causa in sede civile, pendente avanti il tribunale di Catania, contro la società Hera Hora e il suo presidente Dario Mirri, per il recupero dei miei capitali investiti – conclude – possa avere un buon esito».