È un Palermo – Padova post abbuffata natalizia quello che va in scena al Barbera. Lo si capisce soprattutto perché il Padova si presenta a scarico carboidrati vista la contemporanea assenza di Pastina e Lasagna. Andreoletti, però, è un fine stratega e opta per la svolta tricotica sulla catena di destra con Belli – Capelli. Il Palermo, invece, è a scarico difensori: tutti o quasi ammaccati o squalificati ed è solo per problemi burocratici che il buon Pippo non convoca Biffi, Suppa e Di Cicco per il match contro i gemelli biancorossi.
PRIMO TEMPO: PALUMBO ILLUMINA, JOEL SEGNA
Sono i rosanero a fare la partita, ma in porta il Padova schiera Sorrentino e già soltanto per questo, evidentemente, sovviene nei rosa un certo timore reverenziale. Palermo, infatti, che si tiene alla larghissima dalla porta veneta. A strafottersene delle etichette ci pensa Joel crossatemiunalavatricechelacolpiscoditesta Pohjanpalo. Prima incornando da posizione defilata (salvataggio sulla linea dall’ex Perrotta) e poi imbucando la biglia e sfruttando un pallone di Palumbo degno di un 110 e lode con bacio accademico alla facoltà di “Assistologia e passaggi chiave”. Gli ospiti reagiscono ma dalla Finlandia irrompono impetuosi i guantoni di Super JJ che salvano tutte le avanzate biancorosse. Sciabolata morbida dell’arbitro Piccinini, si va al riposo.
SECONDO TEMPO: RESISTENZA ROSANERO
Il secondo tempo è nel mood del Palermo visto negli ultimi tempi: “tutti r’arrieri u pitruni”, avrebbe sentenziato il buon Ignazio Arcoleo in bergamasco stretto narrando uno schema tutto difesa e contropiede. Ed in effetti è quello che avviene per tutta la seconda frazione. Solito samba di sostituzioni da una parte e dell’altra e Padova che prova a creare un paio di patè d’animo ai tifosi rosanero. La squadra di Inzaghi tiene botta, potrebbe anche raddoppiare in pieno recupero ma sarebbe stata troppa grazia, San Filippo. Sciabolata tesa di Piccinini e fischio finale: il Palermo chiude l’anno con tre punti che significano -2 dal Venezia, -4 dal Monza, – 5 dal Frosinone: tutte temperature artiche, ma i rosa hanno un’ottima delegazione finnica che con quei numeri sta tranquillamente in slip e mezze maniche.
LE PAGELLE
Joronen 7,5. Le prende tutte! Vola con quanto fiato in gola a destra, a sinistra, in alto e oltre tutte le sfere celesti. Portjeronen!
Veroli 6,5. Schierato fuori ruolo sfodera una partita di abnegazione e sacrificio. Promosso.
Peda 6,5. Fa quel che c’è da fare senza sbavature da matita blu. Eccezion fatta per un tiro che finisce in fallo laterale manco fosse il peggior Farias… Fatti il tuo mestiere, Patrick.
Ceccaroni 7. Un diavolo a quattro, otto, sedici e trentadue. Fa una chiusura difensiva ed un attimo dopo lo vedi nell’area avversaria a dialogare con i compagni. Clonato.
Dal 85° Giovane s.v.
Gyasi 5,5. O tutti gli avversari corrono più veloce di lui o è lui ad essere un po’ più lento degli altri. Il periodo ai box pesa, ma i minuti giocati sono dell’ottimo acido fosforico per combattere la ruggine da inattività.
Dal 65° Pierozzi 6. Non è il solito Fiesole Express, ma fornisce un buon contributo nel momento di maggior spinta patavina.
Ranocchia 6,5. Sempre nel vivo dell’azione, è di prossima uscita un documentario sulla “ranucula petroselinum”. Poca qualità nelle giocate, è vero, ma tanta, tantissima quantità.
Dal 85° Blin s.v.
Segre 5,5. Partita a rincorrere. Non lo si vede quasi mai supportare efficacemente le azioni offensive e non fa da frangiflutti alle ondate biancorosse.
Augello 7. Ha ossigeno per sé e per tre/quarti della foresta amazzonica. Al 95° ancora corre e sforna un assist per Gomes. Se torna ad essere pure preciso sui cross diventa ingiocabile in questa categoria.
Palumbo 7. Maestro della rifinitura, Professore dell’ultimo passaggio, Cattedratico della giocata decisiva: innesca Pohjanpalo nell’occasione del gol e dai suoi piedi risuonano sempre soavi melodie.
Dal 65° Gomes 5,5. C’era da tener botta ed il francese è parso, invece, confuso e arruffone. Si divora il 2 a 0 in pieno recupero.
Le Douaron 5. Leggero come un Caracciolo dimagrito, il “fantasma di Brest” sbatte contro la difesa ospite rimettendoci il lenzuolo.
Dal 60° Vasic 5,5. Entra che il Palermo è più dedito alla fase difensiva e si adegua. Tiene alto qualche pallone e quando può prova a fare ciao ciao dalle parti dell’area biancorossa.
Pohjanpalo 7. Un cannibale dell’area di rigore. Arriva su ogni pallone famelico come quello zio che a Natale finisce il pranzo giusto in tempo per iniziare la cena. Babbo Natale è finnico e il suo è Joel.
Inzaghi 6. Risultatismo elevato all’ennesima potenza. I suoi cambi “conservativi” fanno più rumore di Diodato, ma fin quando si vince va bene tutto anche se mette Bardi esterno sinistro, Avella centravanti e Gomis centromediano metodista. Il suo carisma e la sua leadership devono, adesso, imporsi extracampo ora che ha fatto recapitare a Manchester la lista della spesa con le offerte di gennaio.



