C’è voluto quasi un secolo, novantatré anni per essere precisi, per tornare ad espugnare il Picco. Il Palermo lo ha fatto con lo stesso risultato di allora, 2 a 1. Ma lo ha fatto soprattutto sciorinando una prestazione da prima della classe. Attenta, umile ma autoritaria: questa è stata la squadra rosanero in una trasferta per nulla facile.
Lo Spezia, che ancora non ha vinto una partita, è la brutta copia della squadra dello scorso anno, ma non è neanche una compagine da ultimi posti in classifica, e vincere su questo campo sarebbe un’impresa per chiunque. Ci sono riusciti i rosanero in una giornata in cui non potevano contare su alcuni titolari, specie in difesa, e l’infortunio di Bani aveva impaurito anche il più ottimista dei tifosi.
Ma ha ragione Inzaghi: questa squadra non ha riserve. Ed ecco che Peda, frettolosamente ceduto in prestito lo scorso anno, diventa leader di una difesa tanto inventata quanto impenetrabile. Manca Ranocchia e Palumbo sciorina la sua miglior partita da quando è arrivato. Aspettiamo Brunori e Le Douaron si conferma indispensabile in questo inizio di stagione.
E poi ci sono quei due, Pierozzi e Augello. Sarà un caso se, senza di loro contro il Venezia, i rosa hanno disputato la meno brillante partita di questo scorcio di stagione? Il primo si conferma duttile, cambiando ruolo a gara in corso e finendo per essere il secondo marcatore stagionale; il secondo ara la fascia avanti e indietro, instancabilmente, e mette cross in area come fossero cioccolatini.
E infine c’è lui, uno che tocca due o tre palloni in area in tutta la partita e il golletto te lo fa sempre: quattro gol in sette partite candidano Pohjanpalo a capocannoniere del campionato.
Insomma, questa squadra è un coacervo di qualità, tecniche e morali, nella quale c’è un solo autore di uno spartito da suonare come una dolce melodia: Inzaghi, calatosi nella realtà palermitana velocemente. Sta incarnando perfettamente l’animo dei tifosi, sposando i loro sogni ma senza dimenticare che per vincere occorre giocare una gara alla volta, ognuna diversa dall’altra, sempre più difficile della precedente, con la consapevolezza che a volte bisogna accettare anche il punticino, perché la Serie B si vince così.