All’alba di oggi, il personale della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) ha eseguito sei arresti disposti dal Gip di Genova, nell’ambito di un’indagine che ha portato alla luce un complesso intreccio tra criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti, trasferimenti fraudolenti di valori e illecita detenzione di armi. I nomi degli arrestati non sono stati resi noti, ma gli indagati sono accusati di legami con la mafia e di reati gravissimi.
Le indagini e il ruolo delle società di logistica
L’operazione, denominata “Gigante”, ha avuto origine dagli approfondimenti condotti dal Centro Operativo Dia di Genova su alcune società di logistica sospettate di infiltrazioni mafiose da parte di esponenti del mandamento palermitano di Tommaso Natale. Questo ha portato, già nel 2022, all’emissione di interdittive antimafia contro le aziende coinvolte, su disposizione del prefetto di Genova.
Tra i principali soggetti coinvolti spiccano un imprenditore ligure del settore della logistica portuale e un membro della famiglia Lo Piccolo, noto clan mafioso di Palermo, oltre a tre sudamericani e un dipendente di una ditta di spedizioni.
Il terreno di Tommaso Natale: un nodo strategico
Uno degli episodi chiave riguarda la compravendita fraudolenta di un terreno di 5.000 metri quadrati a Palermo, nel quartiere Tommaso Natale-Cardillo. Secondo gli inquirenti, il bene era di importanza strategica per la famiglia mafiosa, che intendeva cambiarne la destinazione d’uso da agrumeto a zona edificabile per ricavarne profitti enormi. La proprietà era stata fittiziamente intestata a una società dell’imprenditore ligure, al fine di sottrarla a un sequestro preventivo già avvenuto.
Il trasferimento fraudolento del terreno, formalizzato tramite un notaio di Massa Carrara, ha portato quest’ultimo a ricevere sanzioni per violazioni alla normativa antiriciclaggio. La Dia ha posto il terreno sotto sequestro preventivo.
Armi e droga: i traffici dal Sudamerica
Durante le indagini, è emersa la presenza di quattro pistole e oltre 500 proiettili nascosti in un container in uso alla società logistica. Le armi sono state scoperte grazie a telecamere nascoste che hanno ripreso l’imprenditore mentre tentava di recuperarle. Gli investigatori stanno ora verificando se siano state utilizzate in attività criminali.
Parallelamente, gli indagati sono accusati di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico internazionale di cocaina dall’Ecuador, sfruttando società di logistica e documentazione falsificata. Nonostante il finanziamento di oltre 600 mila euro, i carichi previsti nel porto di Genova non sono mai arrivati a causa di problemi di imbarco a Guayaquil.
Estorsioni a Genova
Tra le accuse mosse agli arrestati figura anche quella di estorsione. L’imprenditore avrebbe minacciato di morte una persona per costringerla a concedergli in comodato d’uso un immobile sulle alture di Genova. L’edificio sarebbe stato poi trasformato in un B&B, con profitti esclusivi per l’indagato.
I sei arrestati sono stati condotti al carcere di Genova Marassi e rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria.